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Cronaca

Le royalties di Ombrina Mare: mezza tazzina di caffè all’anno per ogni cittadino abruzzese

Il dossier di Legambiente sull'operazione petrolifera parla di greggio di pessima qualità e sufficiente a coprire appena lo 0,2% del consumo nazionale di petrolio e lo 0,001% di consumo di gas

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Mezza tazzina di caffè all’anno per ogni cittadino abruzzese: a tanto ammontano le royalties derivanti dal pessimo petrolio presente nei fondali marini”. Così Legambiente ieri ha presentato il dossier “Ombrina Mare: storie e numeri di un’operazione insensata”.

Numeri che secondo la Strategia Energetica Nazionale dovrebbero contribuire a ridurre la dipendenza dall’estero e ad “abbassare la bolletta” energetica ma che non convincono l’associazione, che parla di greggio di pessima qualità e in quantità irrisorie, sufficiente a coprire appena lo 0,2% del consumo nazionale di petrolio e lo 0,001% di consumo di gas.

“La situazione è allarmante e totalmente fuori controllo – dichiara Luzio Nelli, membro della segreteria regionale di Legambiente – nella sola zona a mare, tra istanze e permessi di ricerca, istanze e concessioni di estrazione di idrocarburi, interessa una superficie di oltre 6.000 chilometri”.

“Nell’inquietante quadro del Ministro del petrolio Passera, l’Abruzzo sarebbe condannato a regione petrolchimica – continua Giuseppe Di Marco – Lo sviluppo economico e l’uscita dalla crisi nel settore energia passano, al contrario di quanto sostiene il ministro, per una strada diversa, quella fondata sullo sviluppo delle rinnovabili e di serie politiche di efficienza in tutti i settori”.

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