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Cronaca

No Megalò 2: ora il Comune potrebbe dover risarcire le ditte proponenti

Qualora dovesse ritirare i permessi a costruire già rilasciati il Comune potrebbe dover risarcire le ditte. Il consigliere Pd Iacobitti: "Ma la competenza sull'attuazione dei Prusst è esclusiva dell'amministrazione regionale"

Megalò 2: adesso il Comune di Chieti potrebbe dover risarcire le ditte proponenti la realizzazione dei nuovi insediamenti commerciali nell'area, già a rischio idrogeologico, qualora dovesse ritirare i permessi a costruire già rilasciati.

E'  quanto afferma Enrico Iacobitti del Partito Democratico, sottolineando però che la competenza sull'attuazione dei Prusst è esclusiva dell'amministrazione regionale. "Gli enti locali, come il comune di Chieti, non possono fare altro che adempiere alle funzioni stabilite dalla legge - spiega il consigliere comunale - per questo, non si può chiedere all'amministrazione comunale di ritirare i permessi a costruire senza adeguata motivazione amministrativa e copertura giuridica. Sono personalmente contrario alla realizzazione di nuovi centri commerciali, tuttavia ebbene porre attenzione agli accadimenti ultimi che potrebbero comportare anche una eventuale condanna dell'ente con pesanti conseguenze per i cittadini". Iacobitti si riferisce al balletto di dichiarazioni tra i responsabili dell'Autorità di Bacino e Di Primio.

"L'ordinanza del Genio Civile che blocca i lavori di Megalò 2 è completa e solo dopo che siano decorsi i termini per ricorrere da parte della ditta proponente ovvero dopo il relativo giudizio, l'amministrazione comunale potrà assumere eventuali decisioni, fondate su un pronunciamento- aggiunge -. peraltro la vicenda è in evidente contraddizione con il caso recente della società Akka, proponente la realizzazione del cd insediamento di Megalo' 3, perchè il sindaco Di Primio ha deciso di affiancare e supportare la stessa ditta, con la formale costituzione del Comune di Chieti, nel giudizio promosso da quest'ultima innanzi il Tar per l'annullamento del diniego della Regione Abruzzo.  Si tratta - conclude - dell'ulteriore prova della poca chiarezza e trasparenza amministrativa di sindaco di centro-destra".

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