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Cronaca Lanciano

Negri Sud, parte il primo processo per cavie uccise

L'inchiesta era partita su denuncia della Lav, la quale accertò che 750 cavie erano state uccise con il gas: il centro di ricerca non poteva più mantenerle per problemi economici

Si apre oggi a Lanciano il primo processo per uccisione di topi. Sul banco degli imputati la filiale Sud dell’Istituto Mario Negri a Santa Maria Imbaro che, in previsione della sua chiusura, nel marzo 2014, aveva abbattuto, su consiglio della divisione veterinaria, 750 roditori utilizzando il gas. L'inchiesta era partita dopo la denuncia della Lav, relativa alla violazione dell’articolo 544 bis del Codice penale, che prevede da quattro mesi a due anni di reclusione per le soppressioni di animali non necessitate, come in questo caso, dalla legge sulla vivisezione.

“La nostra documentata denuncia rivela quanto chi sperimenta su animali li consideri effettivamente, altro che il loro millantato benessere – afferma Gianluca Felicetti, presidente Lav che sarà presente al processo al tribunale di Lanciano - Ancora più grave è che questo sia avvenuto in una struttura collegata a uno dei più grandi Centri italiani di sperimentazione sugli animali, creata a metà degli anni ’80 con i soldi dei contribuenti, in piedi per anni solo grazie a contributi pubblici, fra i quali quelli di Regione Abruzzo e Provincia di Chieti, che hanno investito in un vuoto a perdere, come è ormai la vivisezione”.

Il Negri sud era talmente  vessato dalla crisi da non riuscire più nemmeno a garantire il mantenimento dei topi. L'istituto di ricerca ha chiuso i battenti a marzo del 2015, dopo una lunga crisi finanziaria che ha determinato l’interruzione del rapporto di lavoro per circa 100 ricercatori che attendevano 20 mensilità di arretrati.

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