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Cronaca

A Rigopiano "valanga imprevedibile", Di Michelangelo dopo la sentenza: "Le nostre richieste di verità erano ben altre"

Il fratello del poliziotto teatino, tra le vittime della tragedia nel 2017, commenta le motivazioni che hanno portato all’assoluzione di gran parte degli imputati

Tra le motivazioni della sentenza che lo scorso 23 febbraio ha portato all’assoluzione di 25 dei 30 imputati al processo per la tragedia di Rigopiano si legge “l’imprevedibilità della valanga” che il 18 gennaio 2017 portò alla strage costata la vita a 29 persone. Ieri le motivazioni sono state depositate in 300 pagine con le quali vengono chiariti gli aspetti che hanno portato alla decisione, con rito abbreviato.

Come riporta ilPescara.it, il giudice dell'udienza preliminare, Gianluca Sarandrea, ha escluso la sussistenza del delitto di disastro colposo e condannato per omicidio colposo plurimo 3 imputati, assolvendo gli altri.

“Non vi sono elementi per giungere ad un'affermazione di responsabilità degli imputati: si deve escludere qualsivoglia collegamento causale tra la presunta condotta omissiva tenuta dagli imputati e il crollo dell'hotel Rigopiano": è un estratto delle motivazioni della sentenza emessa dal gup del tribunale di Pescara. 

Alla base dell'assoluzione per i magistrati, dunque, ci sarebbe di fatto "l'imprevedibilità della valanga".

La procura ha  45 giorni di tempo per presentare l'eventuale ricorso.  

Alessandro Di Michelangelo, fratello del poliziotto teatino Dino Di Michelangelo, tra le 29 vittime insieme a sua moglie Marina Serraiocco nella tragedia di Rigopiano, commenta così la sentenza.  "L'imprevedibilità di un fatto va contestualizzata al momento, se fosse arrivata all'improvviso senza il minimo preavviso, allora potrei credere in un destino amaro per mio fratello Dino e per mia cognata Marina, ma qui – dichiara all’Ansa - si tratta di situazioni diverse in un lasso di tempo ampio che se fossero state prese in considerazione, forse oggi parleremo di altro”.

E aggiunge anche a nome degli altri familiari delle vittime:  "Le nostre richieste di verità erano ben altre, ora speriamo nell' Appello".
 

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