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Cronaca

Morti sul lavoro: nei primi undici mesi del 2022 sono 15 in Abruzzo, tre in provincia di Chieti

Superati i mille morti nel 2022. Il Chietino si posiziona al 77esimo posto, ultimo tra le province della nostra regione. I dati dell'Osservatorio sicurezza sul lavoro

Quindici morti sul lavoro tra gennaio e novembre 2022 in Abruzzo, che si colloca in 'zona gialla' nella mappa delle regioni in cui è più pericoloso lavorare, elaborata come ogni anno dall'Osservatorio sicurezza sul lavoro. L'unica regione in 'zona bianca' è il Friuli Venezia Giulia; in zona gialla, cioè sotto la media nazionale, anche Liguria, Molise, Lazio, Emilia Romagna, Sardegna e Lombardia. Tre decessi sul lavoro si registrano in provincia di Chieti, che si posiziona al 77° in Italia e ultima tra le province abruzzesi in base al numero delle persone occupate (139mila).

I numeri assoluti delle morti sul lavoro in Italia

In cima alla graduatoria con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è - inevitabilmente a livello statistico - la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (115) che, per contro presenta un’incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale, collocandosi così in 'zona gialla'. Seguono: Veneto (68), Campania (65), Lazio (62), Piemonte (59), Emilia Romagna (53), Toscana (51), Puglia (48), Sicilia (47), Trentino-Alto Adige (29), Marche (23), Calabria (21), Liguria (16), Sardegna e Abruzzo (15), Umbria (14), Basilicata (10), Valle D’Aosta (6), Molise (3) e Friuli-Venezia Giulia (2).

I dati in Italia

Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, non ha dubbi: la più recente e dettagliata indagine realizzata dagli esperti del proprio team continua a descrivere una situazione più che allarmante: "Superati i mille morti nel 2022 e manca ancora un mese al bilancio annuale. Sono 1.006 i lavoratori che da gennaio a novembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di oltre 91 vittime al mese. Stiamo parlando di oltre 22 decessi alla settimana e di almeno 3 infortuni mortali al giorno. Sono 722 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 284 in itinere (cresciuti del 21,4% rispetto allo scorso anno quando era ancora assai diffuso lo smart working). Nel periodo gennaio-novembre 2021 invece i decessi totali sono stati 1.116 e, come nei mesi scorsi, stiamo osservando un decremento della mortalità, purtroppo solo apparente. Infatti, ricordiamo come quest’anno siano quasi sparite le vittime sul lavoro correlate al covid (10 su 909 secondo le stime degli ultimi dati disponibili di fine ottobre 2022). Lo scorso anno, invece, costituivano tragicamente oltre un quarto dei decessi sul lavoro (282 su 1017). Ciò significa che gli infortuni mortali 'non Covid' sono cresciuti del 22% passando dai 735 di fine novembre 2021 agli 899 del 2022. Quest’ultimo dato è del tutto analogo a quello del 2019, epoca pre-covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni. Questo a conferma del fatto che passata l’emergenza covid, rimane quindi ancora tragicamente purtroppo quella dell’insicurezza sul lavoro. E l’unica arma per contrastarla è la prevenzione attraverso la formazione e l’aggiornamento di tutte le figure coinvolte nell’organizzazione aziendale: dal datore di lavoro ai dirigenti, fino ai preposti e ovviamente ai lavoratori. Auspichiamo che i nostri studi e approfondimenti possano rappresentare uno strumento efficace sul fronte della prevenzione degli infortuni sul lavoro - conclude Rossato -. L’obiettivo della diffusione di questi dati, infatti, è quello di spingere tutti coloro che si occupano di tutelare la salute dei lavoratori a riflettere e a rispondere quanto prima in modo efficace a questa strage”.

Nei primi undici mesi del 2022 il settore costruzioni fa registrare nuovamente il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 124. Seguono: trasporti e magazzinaggio (104) e attività manifatturiere (91). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (273 su un totale di 722). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 92,2 infortuni mortali ogni milione di occupati. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 16,1), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 23,7 infortuni mortali ogni milione di occupati. Questi dati confermano anche alla fine dei primi undici mesi del 2022 che la maggior frequenza di infortuni mortali si riscontra tra i lavoratori più vecchi.

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a novembre del 2022 sono 54 su 722. In 59, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132,57 quelli che sono deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Anche alla fine dei primi undici mesi del 2022 sono il lunedì e martedì i giorni della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali (più precisamente il 17,9% del totale degli infortuni mortali in occasione di lavoro), seguito dal venerdì (17,6%).

Le denunce di infortunio sono in aumento (+ 29,8% rispetto a novembre 2021). A fine novembre 2021 erano infatti 502.458 mentre a fine novembre del 2022 sono 652.002. E ad essere triplicate (ultimi dati ottobre 2022) sono le denunce di infortunio per covid: passate dalle 36.821 di fine ottobre 2021 alle 107.602 di fine ottobre 2022. Anche decurtando gli infortuni per Covid dai dati appena visti risulta un aumento delle denunce di infortuni del +19% nel 2022 rispetto al 2021.

Sono più di 80 mila gli infortuni occorsi in occasione di lavoro nel settore sanità e assistenza sociale. Oltre 70 mila quelli nelle attività manifatturiere e superano i 51 mila nei Trasporti. Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nei primi undici mesi del 2022 sono state 268.565, quelle dei colleghi uomini 383.437.

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