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Cronaca

Morte Piermario Morosini: spunta l'ipotesi miocardite

L'esame autoptico effettuato dall'anatomopatologo dell'università di Chieti, Domenico Angelucci, apre nuovi scenari sulla morte del giocatore del Livorno

A un mese dalla morte di Piermario Morosini, avvenuta sul campo dello stadio Adriatico di Pescara in piena partita, si fa sempre più probabile l'ipotesi che a stroncare la vita del centrocampista del Livorno possa essere stata una miocardite che avrebbe colpito il circuito elettrico del cuore.

Ad affermarlo è l'anatomopatologo Domenico Angelucci dell'Università di Chieti, dove è stata effettuata l'autopsia dal medico legale incaricato dalla procura di Pescara:  sulla salma di Morosini sarebbe stata rintracciata un' "area cicatriziale" nella zona ventricolare sinistra.

Questo rafforzerebbe la probabilità di aritmie che possono aver provocato la fibrillazione ventricolare. Per la conferma definitiva bisognerà attendere l'esito degli esami istologici. Qualora la diagnosi fosse confermata, "il decesso di Morosini sarebbe avvenuto come per corto circuito  - spiega l'anatomopatologo  - La corrente elettrica nel cuore va in una certa direzione, una eventuale infezione che provoca un danno materiale interrompe il circuito e provoca delle fibrillazioni ventricolari".

Non è dato sapere quando Morosini possa aver contratto questa infezione "spesso questi danni sono o minimi o confondibili con anomalie congenite - chiarisce Angelucci - fino a quando il circuito non si interrompe in modo tragico".

Se queste ipotesi dovessero essere confermate dalle analisi, si aprirebbe allora uno scenario nuovo nelle indagini, con la ormai nota domanda sull'uso del defibrillatore sul campo. Non è escluso che la magistratura voglia andare fino in fondo con l'inchiesta per accertare le eventuali responsabilità nei soccorsi.
 

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