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Cronaca

La Asl: "Morena Capitanio non è morta per aver mangiato funghi velenosi"

Conclusi gli esami tossicologici sulla donna di 44 anni morta il 25 marzo scorso, pochi giorni dopo il ricovero del marito. Scartata l'ipotesi della tossinfezione alimentare, resta in piedi quella della morte improvvisa in un contesto di forte stress emotivo

Morena non aveva mangiato funghi velenosi prima di morire. La Asl  lo afferma a conclusione degli esami tossicologici sulla donna di 44 anni morta a Chieti il 25 marzo scorso, tre giorni dopo il ricovero del marito in gravissime condizioni.

L’esito dei test eseguiti per verificare se la donna avesse consumato funghi velenosi prima del malore che le era stato letale è  negativo: nessuna traccia di amanitina (la tossina presente nel velenosissimo fungo Amanita Phalloides) nelle urine della 44enne, ha comunicato questa mattina il Centro Antiveleni di Pavia al Servizio di Medicina Legale della Asl Lanciano Vasto Chieti, diretto da Pietro Falco. E’ stata scartata, dunque, l'ipotesi della tossinfezione alimentare come causa del decesso, elemento, questo, suffragato anche da altri test eseguiti dall'Istituto Zooprofilattico di Teramo su varie specie di funghi prelevati dai veterinari del Dipartimento Prevenzione nella zona dove la stessa famiglia era solita raccoglierne. Tutti i campioni erano risultati commestibili.

I test di laboratorio hanno confermato quanto era emerso già in sede di esame autoptico, quando il medico legale e l'anatomopatologo Giuseppe Lattanzio non avevano riscontrato a carico del fegato della signora esiti di intossicazione fungina.

“Esclusa l'ipotesi dell'avvelenamento, resta in piedi quella della morte improvvisa e inattesa, avvenuta certamente in un contesto di forte stress emotivo per le gravissime condizioni di salute del marito, ricoverato in coma presso la Rianimazione di Chieti” sostengono dalla Asl.  

Per avere elementi più completi sull’intera vicenda, bisognerà attendere l'evoluzione del quadro clinico del marito, ancora ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma il quale, una volta ripresa coscienza, potrebbe aggiungere particolari importanti ai fini della ricostruzione dei fatti avvenuti nelle ore precedenti la tragedia.

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