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Cronaca Paglieta

15enne aggredito dal suo cane, sotto accusa la condotta del veterinario

A maggio scorso, mentre era sedato per cure mediche, un rottweiler azzannò al volto il suo giovane padrone. Ora, i familiari vogliono capire se il professionista avrebbe potuto evitarlo

Lo scorso 22 maggio, quell'episodio aveva destato molto scalpore: Nicole, un esemplare di rottweiler di 6 anni e mezzo, aveva aggredito e morso il suo giovane padrone, un 15enne molisano, mentre era dal veterinario, sedata dall'anestesia. Il padre del ragazzo aveva raccontato a Chieti Today di come il cane di famiglia si fosse sempre mostrato docile e che quel comportamento aggressivo e insolito era stato causato dalle allucinazioni dei farmaci. E, oggi, la famiglia coinvolta chiede di chiarire eventuali mancanze del veterinario, un professionista con studio a Paglieta che ha seguito il rottweiler sin da quando era un cucciolo. 

Per appurare eventuali responsabilità, padre e figlio si sono rivolti a Studio3A-Valore spa. Sotto accusa, in particolare, è finita la condotta del veterinario, che nel corso delle varie operazioni di quel pomeriggio si è fatto assistere dai ragazzini e in particolare dal minorenne, a cui sono rimaste diverse cicatrici in volto dopo quanto accaduto quasi quattro mesi fa. 

Quel giorno, Nicole, il cane, venne portata nello studio veterinario. Il dottore, P.T., volle effettuare alcune radiografie prima di procedere a un eventuale intervento chirurgico, mentre il suo socio, M.T., propendeva per intervenire subito. 

Si è fatto aiutare dai due padroni - "senza informarli minimamente delle possibili conseguenze", denuncia oggi Studio3A - per tenere fermo il cane mentre gli depilava la zampa e gli praticava l'iniezione dell'anestetico, così come quando è stato adagiato sul tavolo operatorio per tosare il pelo del ventre ed effettuare i raggi. Padre e figlio hanno anche cambiato posizione all'animale in base alle indicazioni del veterinario, dopodiché lo hanno spostato su un altro tavolo, dove sono state effettuate altre due lastre. 

Alla fine, il veterinario di Nicole ha deciso di prescrivere una cura farmacologica prima di operare il cane. Così, mentre il padre e il dottore andavano in un'altra stanza per la prescrizione dei farmaci, il ragazzino è rimasto da solo accanto al suo cane, che sembrava dormisse. 

All'improvviso, però, alterato dalla sedazione e sofferente, il rottweiler si è risvegliato, attaccando il suo padroncino al volto e al collo, per poi ricadere esanime sul tavolo. Quel che è accaduto dopo è facile da immaginare: ferite dolorosissime, sangue e il terrore che l'animale potesse aggredire anche gli altri. 

Il ragazzo è stato trasportato in ospedale a Pescara, dove è stato ricoverato in chirurgia pediatrica e operato d’urgenza per suturare le ferite multiple alla cute e ai tessuti sottocutanei e per ricostruirgli anche cartilagini e muscoli recisi. È stato dimesso dopo cinque giorni, ma si è dovuto sottoporre a lungo a medicazioni e a un trattamento farmacologico: oggi conserva i segni di quel terribile pomeriggio, quando intervennero anche i carabinieri per appurare quando accaduto. 

Tra l'altro, secondo quanto denuncia della famiglia, il veterinario si sarebbe anche dimenticato di somministrare l’antidoto per svegliare l’animale, rimasto a lungo sedato e rischiando dunque di reagire in maniera aggressiva anche nei confronti di altre persone. 

L’uomo, per fare piena luce sui fatti e appurare le responsabilità del professionista, attraverso il consulente personale Sabino De Benedictis, si è quindi affidato a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini che, ravvisando gravi omissioni nella condotta del veterinario, ha subito cercato di contattare lo studio presentando, intanto, la richiesta delle coperture assicurative per aprire il sinistro e avviare l’iter per risarcire adeguatamente i propri assistiti.

Finora, però, la controparte non ha mai dato risposte, né ha mostrato interesse per la salute del suo giovanissimo cliente. De Benedictis anticipa che, se non arriveranno riscontri, sarà inevitabile una citazione in causa per ottenere giustizia e un adeguato ristoro di tutti i danni fisici e morali patiti dal quindicenne e dalla sua famiglia.

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