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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Ortona

Scatta la mobilità per i 30 della Cmti srl Società petroleum di Ortona

I lavoratori non vengono pagati dal mese di agosto e ormai le speranze di mantenere il posto di lavoro sono molto flebili

Sarà un Natale amaro per la Cmti srl Society Petroleum di Ortona: i 30 dipendenti non vengono pagati dal mese di agosto e ormai le speranze di mantenere il posto di lavoro sono molto flebili. Già due settimane fa i sindacati avevano lanciato l'allarme, sollecitando l'Eni spa a pagare gli stipendi arretrati, interessandosi al destino dei lavoratori in caso di cessione. 

Ad oggi, però, non c'è alcuna novità positiva. "Nonostante l' avvio di un tavolo istituzionale in Provincia di Chieti - denunciano i sindacalisti Andrea De Lutis (Fiom Cgil) e Guido D'Accurzio (Fim Cisl) - si riescono ad avere solo minime informazioni informali sul proseguo di trattative enunciate fra la Cmti srl e altre aziende per eventuale cessione, affitto o vendita. I dubbi sulla veridicità di queste informazioni fornite dall' azienda sono sempre fondati ed oramai è quasi un dato di fatto che molto probabilmente la volontà di portare a termine qualsiasi tipo di progetto e quindi salvaguardare questi posti di lavoro non sia mai stata reale o comunque non sia stata gestita con la serietà del caso".

Nonostante ciò, i dipendenti hanno continuato a lavorare senza stipendio, senza certezze sul futuro, fino ad oggi. Quasi tutti stanno andando in mobilità, nel giro di pochi giorni quello della Cmti sarà l' ennesimo nuovo stabilimento vuoto nel territorio di Ortona e della provincia di Chieti.

"Il giorno 29 novembre oramai alle strette abbiamo scritto nuovamente all' Eni spa - ricordano i sindacalisti - seguendo la lettera del 6 ottobre, in cui la mettevamo a conoscenza sulle problematiche delle maestranze. Ci saremmo aspettati dall'Eni spa un atteggiamento diverso da quello della Cmti. L'Eni in questi mesi a scopo cautelativo non ha più saldato le fatture emesse dalla Cmti per costringerla a regolarizzare le spettanze, ma purtroppo chi ha pagato veramente le conseguenze sono state le maestranze e le loro famiglie".

"All'Eni - ricordano - abbiamo proposto una soluzione, quella di fare dei pagamenti diretti ai dipendenti della Cmti, e qui le lavoratrici e i lavoratori hanno ricevuto un ulteriore schiaffo da entrambe le aziende, la prima immobile, la seconda ha dichiarato la disponibilità di voler regolare esclusivamente le partite economiche del personale impiegato sulle piattaforme, cosa comunque prevista dalle norme quindi non un regalo a nessuno".

 

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