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Cronaca Santa Filomena

Megalò 2, udienza rinviata. Autorità dei Bacini: "Possibile incremento del rischio”

Il Wwf chiede il definitivo annullamento di ogni permesso. Nell'area scelta, scrive l'Autorità dei Bacini "il rischio idraulico non permette la realizzazione di alcun nuovo insediamento: si andrebbe a generare un incremento del rischio"

L’udienza al Tar sul ricorso di Sirecc contro l’approvazione con prescrizioni del progetto “Megalò 2”, in programma questa mattina, è stata rinviata su richiesta della ditta ricorrente al 22 maggio prossimo. Il Wwf, presente in aula, attraverso l’avvocato Francesco Paolo Febbo si è costituito in giudizio.

“Costruire in aree a rischio – sottolinea ancora la presidente del Wwf Chieti Nicoletta Di Francesco – significa ignorare gli interessi della collettività e creare o aumentare potenziali pericoli per i cittadini insieme a cospicui danni economici. Non comprendiamo in particolare perché, di fronte alle sacrosante prese di posizione dell’Autorità dei Bacini e del Genio Civile, il Comitato VIA presieduto dall’architetto Sorgi non abbia annullato il precedente parere favorevole con prescrizioni e tantomeno perché il Comune di Chieti non si affretti a cancellare il permesso a costruire rilasciato dal SUAP. Una soluzione saggia sarebbe quella di delocalizzare Megalò e smantellare l’argine per restituire al fiume la sua cassa di espansione. E in ogni caso si eviti, ora e per sempre, almeno di peggiorare ulteriormente la situazione aggiungendo errore ad errore”.

Nell’area scelta, conferma l’Autorità dei Bacini “sulla scorta dell’aggiornamento delle mappe del rischio idraulico, redatte in attuazione degli indirizzi operativi della direttiva 2007/60/CE, la riclassificazione del rischio idraulico operata non permette la realizzazione di alcun nuovo insediamento in quanto si andrebbe a generare un incremento del rischio”.

Il Wwf si appella anche alle categorie produttive e ai cittadini: “Schieratevi accanto a noi – diceDi Francesco – in questa battaglia di civiltà.  I cittadini devono indignarsi, e devono farlo in tanti, perché non è lecito ignorare il rischio e creare potenziale danno solo perché imprenditori e progettisti cercano legittimamente di tutelare i propri interessi: è compito invece degli organi tecnici e soprattutto della politica far prevalere l’interesse della collettività, senza indugi, con chiarezza e trasparenza”.

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