Lavoratrici in nero e irregolari nel centro estetico e nel salone: maxi evasione a Chieti Scalo e San Giovanni Teatino - VIDEO
La Guardia di Finanza scopre una maxi evasione fiscale di oltre 2 milioni di euro perpetrata da una cooperativa di lavoro
La Guardia di Finanza di Chieti ha scoperto una maxi evasione fiscale quantificata in oltre 2 milioni di euro perpetrata da una cooperativa di lavoro proprietaria di un centro estetico nel Comune di San Giovanni Teatino e di un salone per parrucchieri a Chieti Scalo.
L’indagine dei finanzieri della sezione Tutela Economia del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Chieti, ha accertato che negli ultimi tre anni tale cooperativa aveva impiegato 52 lavoratori, dei quali 24 in nero e 28 irregolari, con le qualifiche di parrucchieri, estetista e addetti alla reception, sottraendosi al pagamento dei contributi erariali, previdenziali ed assicurativi. Tra i lavoratori impiegati due sono risultati anche percettori dell’indennità di disoccupazione e, pertanto, segnalati all'Inps per il recupero delle somme indebitamente percepite.
I rappresentanti legali delle società coinvolte sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per i reati di indebita percezione di erogazioni pubbliche, autoriciclaggio e riciclaggio. Gli stessi sono stati destinatari di sequestri, anche per equivalente, di 25 mila euro e di quota parte di un immobile del valore di circa 67 mila euro. Al rappresentante legale della cooperativa sono state applicate la misura coercitiva dell’obbligo di dimora e quella interdittiva dall’esercizio di attività imprenditoriali.
"A carico della cooperativa - spiega in una nota il colonnello Giuseppe Pastorelli, comandante del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria - sono state contestate violazioni per circa 180 mila euro in materia di lavoro e legislazione sociale riguardanti la mancata fruizione di riposi settimanali, il rispetto dei limiti orari settimanali previsti dal contratto e il pagamento dei salari senza il rispetto della tracciabilità nonché l’applicazione della maxi sanzione per l’impiego di lavoratori senza la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro.
L’indagine ha permesso di accertare che la cooperativa aveva chiesto indebitamente dalla Regione Abruzzo contributi pubblici destinati a promuovere l’occupazione per circa 200.000,00 di euro – dei quali la metà già erogati e la restante parte bloccata in extremis grazie all’intervento degli investigatori - presentando all’Ente un documento di regolarità contributiva che non rispecchiava quella che era la realtà aziendale in relazione alla posizione debitoria contributiva maturata con l’impiego occulto ed irregolare di manodopera".
E ancora: "Le somme indebitamente percepite sono state oggetto di reimpiego in un’attività immobiliare svolta da una società di famiglia ed utilizzate per l’acquisto all’asta di una villa attraverso un raffinato ed insidioso disegno criminoso mediante la stipula di atti volti a dissimulare la reale provenienza del denaro e ad impedire di risalire all’origine illecita delle somme".