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Cronaca

I sindaci abruzzesi scendono in piazza contro il Governo: "Rischiamo il dissesto per riparare i danni del maltempo"

Di Primio, primo cittadino di Chieti, denuncia il tentativo di far passare il corteo "nei vicoletti", anziché in via del Corso

Sono arrivati da tutto l'Abruzzo, a Roma, per protestare contro “gli scarsi provvedimenti contenuti all'interno del secondo dl sisma, in via di conversione”. Una delegazione degli amministratori abruzzesi si è staccata dal corteo dei manifestanti per partecipare a un incontro alla Camera, presenti tra gli altri il presidente della commissione Ambiente Ermete Realacci e parlamentari abruzzesi. Una delegazione di amministratori, dopo l’incontro a Palazzo Montecitorio, è stata poi ricevuta dal Ministro della Coesione Territoriale e del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti.

La provincia di Chieti, capoluogo compreso, è stati fortemente colpita, nelle scorse settimane, dal maltempo, per cui oggi i sindaci chiedono fondi certi. A portare la voce del chietino nella capitale, c’era il presidente della Provincia Mario Pupillo, anche in veste di sindaco di Lanciano. “Siamo tutti qui insieme perché condividiamo le ragioni di una manifestazione che vuole dire forte e chiaro che la questione Abruzzo non è un tema locale, ma nazionale”, ha detto. 

“Noi abruzzesi, tutti, cittadini e sindaci in primis - ha aggiunto - sappiamo cosa è stato il mese di gennaio. Noi conosciamo lo stato delle nostre strade, delle nostre scuole, delle nostre strutture: stiamo contando ancora i danni, sia in termini economici che di affetti, per un mese che ci ha letteralmente messi in ginocchio, tra terremoti, frane e nevicate eccezionali. Noi vogliamo e dobbiamo ripartire subito, e per farlo abbiamo bisogno di risorse immediate. Vogliamo e dobbiamo farlo - ha concluso - con l'Italia al nostro fianco”.

Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, ha criticato “il tentativo di far passare una manifestazione di amministratori fra i vicoli della capitale. Ecco perché - ha spiegato - abbiamo dirottato il corteo su via del Corso: si tratta di un elemento sicuramente di non rispetto per le fasce che portiamo nonché un brutto campanello di allarme e non consapevolezza di ciò che i territori d’Abruzzo oggi stanno vivendo”. 

Di Primio, che è anche vicepresidente nazionale Anci, spiega perché stamani è stato a Roma insieme ai colleghi amministratori da tutto l’Abruzzo: “Se non ci vengono riconosciute le somme che abbiamo anticipato per far fronte all’emergenza maltempo, i Comuni abruzzesi rischiano a giugno di andare tutti in dissesto”. Un allarme che ha lanciato anche durante l’audizione a Montecitorio.

“Tutti noi - ha spiegato - stiamo affrontando spese in somma urgenza per ripristinare strade e far fronte a frane, quindi o il Governo inizia a far arrivare i fondi o i Comuni rischiano il fallimento per l’ignavia che verifichiamo sia nelle stanze romane che in quelle regionali. In Abruzzo, infatti, non sono arrivati i fondi né per la ricostruzione né quelli per fare fronte ai gravi smottamenti. Le emergenze sono due: quella legata al terremoto e quella legata al maltempo ed entrambe stanno mettendo in ginocchio l’Abruzzo”.

“Abbiamo bisogno di norme certe che diano possibilità ai sindaci di operare per mettere in sicurezza le scuole - ha evidenziato il sindaco - abbiamo bisogno di norme che ci chiariscano se le valutazioni sulla vulnerabilità sismica siano uguali in tutta Italia o se differiscono da comune a comune, vogliamo sapere quando avremo a disposizione i soldi che oggi stiamo caricando sui bilanci: non abbiamo bisogno di conferenze stampa o vaghe promesse da parte del presidente della Regione Abruzzo e del Governo». 

“La provincia di Chieti - commenta il consigliere regionale Mauro Febbo - rischia di restare fuori dagli aiuti strutturali. Il presidente D'Alfonso - aggiunge - aveva annunciato e sbandierato misure di agevolazione fiscale che, a suo dire, sarebbero state applicate dal Governo Gentiloni per sostenere in maniera concreta la ripresa delle famiglie e delle aziende abruzzesi e invece, uscito il decreto Terremoto, non leggiamo nulla di quanto annunciato. Pertanto adesso ci attendiamo serietà dal governo regionale nel recepire la volontà di modifiche e di aiuto pervenute dal Governo centrale con l'obbiettivo di dare risposte concrete alle attività produttive abruzzesi. 

Protesta amministratori abruzzesi a Roma (2 marzo 2017)

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