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Cronaca

L'Abruzzo in ginocchio dopo il maltempo...e si continua a cementificare dove non si può

Il presidente regionale del Wwf Luciano Di Tizio: "In questi giorni nessuno tra i pubblici amministratori ha sentito il dovere di spiegare che molta parte dei danni è diretta conseguenza di permessi a costruire in aree contigue ai fiumi o franose"

Sono bastate alcune giornate di maltempo per mettere in crisi l’Abruzzo con fiumi oltre gli argini, allagamenti e danni cospicui e l'emergenza potrebbe non essere finita poichè da oggi, venerdì 15 novembre, è attesa una nuova perturbazione. 

"Si tratta purtroppo di fatti ampiamente prevedibili, conseguenza diretta della pessima gestione di un territorio violentato da anni di cementificazione selvaggia e di costruzioni senza criterio" commentano dal Wwf Abruzzo.

Un fenomeno che purtroppo non accenna a fermarsi. “Stiamo seguendo con attenzione in questi giorni l’informazione scritta e quella radio-televisiva. Ci stupisce – sottolinea il presidente regionale del Wwf Luciano Di Tizio – che nessuno tra i pubblici amministratori abbia sinora sentito il dovere di spiegare che molta parte dei danni è diretta conseguenza di permessi a costruire rilasciati per aree contigue ai fiumi o franose. Territori che mai e poi mai avrebbero dovuto subire cementificazioni. Piuttosto che lamentarci e sprecare energie e denaro per far fronte alle emergenze, dovremmo imparare a prevenirle". 

Di Tizio cita l'esempio più clamoroso che è lungo il corso del fiume Pescara: il centro commerciale Megalò, "realizzato nel cuore di un’ansa del fiume, in una cassa di espansione naturale che in passato ha tante volte attutito gli effetti delle piene. In quella stessa area - prosegue il presidente del Wwf Abruzzo - si vorrebbero ora costruire altri dieci edifici sempre sfruttando i fondi ministeriali di un Prusst, teoricamente destinato alla riqualificazione urbana! Sino a quando la gestione del territorio continuerà ad essere questa ci sarà ben poco da lamentarsi delle cosiddette avversità meteorologiche. La cattiva stagione è appena agli inizi".

E conclude: "Ci auguriamo che ciò che è accaduto e quello che potrebbe ancora accadere serva almeno a convincere chi gestisce la cosa pubblica a modificare il proprio atteggiamento privilegiando la tutela del territorio a piccoli interessi legati al cemento: non vorremmo mai dover cominciare in futuro un comunicato con un tristissimo noi l’avevamo detto…”.

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