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Cronaca

Legge regionale vita indipendente, soddisfatte le associazioni

Votata all'unanimità dal Consiglio Regionale, la nuova legge permetterà l'autogestione alle persone con disabilità, l'incremento dei posti di lavoro e un risparmio nel bilancio

Le associazioni che tutelano la disabilità hanno accolto con gioia e commozione la presentazione della nuova Legge Regionale che permetterà l’autogestione alle persone con disabilità.

La legge, votata all’unanimità dal Consiglio Regionale dell’Abruzzo, è stata proposta da Nicoletta Verì (Presidente V Commissione Consigliare Permanente - Affari sociali e Tutela della salute) e Riccardo Chiavaroli (Consigliere Regionale).

Nicolino Di Domenica (Responsabile Movimento Vita Indipendente Abruzzo, Vice Presidente AIAS sezione di Lanciano Onlus e Delegato FISH per l'Abruzzo), Camillo Gelsumini (Disability Manager e Presidente UILDM CH-PE) Claudio Ferrante (Disability Manager e Presidente Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo) e Simona Petaccia (Presidente della onlus Diritti Diretti) hanno rilasciato la seguente dichiarazione in proposito: “Si tratta di una legge che abbiamo fortemente voluto perché non si limita a concedere sostegni economici, ma permette alle persone con disabilità fisica, psichica e relazionale in situazione di gravità di essere protagoniste della propria vita e non più soggetti passivi all’interno di modelli di cura predisposti da altri e uguali per tutti. Grazie a questa norma, infatti, le persone con disabilità possono ora scegliere da chi e come vogliono essere assistite, concentrando presso il loro proprio domicilio quelle cure e terapie che finora si potevano compiere solo negli ospedali e nei centri di cura. In questo modo, non solo si riducono notevolmente i fondi erogati dalla pubblica amministrazione, ma si  creano anche nuovi posti di poiché il rapporto disabile-assistente diventa di 1 a 1 e non più di 1 assistente per 15 disabili”.

Un esempio di senso civico oltre che di buona politica, ma i rappresentanti avvertono: “Vigileremo sul finanziamento annuale, che dovrà accompagnare questa norma affinché non diventi carta straccia. Certo è che, così come abbiamo suggerito durante la presentazione ufficiale della legge, il nostro desiderio è di legare l’erogazione dei fondi al Settore Sanità e non più a quello Sociale in modo da avere la certezza della continuità di sopravvivenza”.

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