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Cronaca Lanciano

Lanciano contro i rifiuti pescaresi, la maggioranza: "Cerratina non diventi la discarica d'Abruzzo"

Il vicesindaco Pino Valente e il consigliere comunale Giacinto Verna dicono no al conferimento dei rifiuti pescaresi nella discarica di Cerratina. Intanto l'assessore Di Dalmazio rassicura tutti

Lanciano non ci sta ed è pronta a dichiarare battaglia per evitare che il pattume di Pescara venga conferito nella discarica di Cerratina. Il sindaco Mario Pupillo ha detto chiaramente no, ma il vicesindaco Pino Valente non è stato da meno.

D’altronde, già nelle scorse settimane Valente si era fatto sentire a gran voce, forte anche della “linea politica” espressa dalla sua lista, Progetto Lanciano, che ha fatto della territorialità (e, in particolare, dell’appartenenza alla Frentania) una vera e propria bandiera. Sulla questione spazzatura, attraverso la propria pagina Facebook, Valente non usa mezzi termini: "Che vergogna! I rifiuti devono andare alla discarica di Chieti perchè le due città metropolitane fanno parte dello stesso Ato e perchè Lanciano ha già dato ricevendo monnezza da tutta Italia, con il risultato che la discarica di Cerratina è in via di esaurimento. Ma ancora una volta il duo Febbo-Di Stefano pensa a salvaguardare Chieti e a trasformare Lanciano nella discarica d'Abruzzo. Ancora una volta vergogna!". E questa mattina è intervenuto sull’argomento anche il consigliere comunale Giacinto Verna (Rinnoviamo Lanciano): “Non può essere ancora Lanciano - puntualizza Verna - ad accollarsi quest'onere, come sembra la Regione potrebbe decidere in vista dell'imminente chiusura dell'impianto di Colle Cese, a Spoltore, che accoglie la spazzatura dei Comuni della provincia di Pescara. L'impianto frentano a mala pena riesce a soddisfare le esigenze dei comuni soci del consorzio, figuriamoci come possa assorbire anche il pattume extraconsortile”.

Verna denuncia un colpevole ritardo da parte della Regione: “La situazione precaria del sistema di stoccaggio dei rifiuti abruzzesi era nota da anni, ma la classe politica regionale non ha fatto nulla per evitare che si arrivasse alla condizione odierna di emergenza. Nessuna programmazione seria è stata formulata in questi anni e si procede a lume di naso e sempre in emergenza”.

Ma quanto costerà questa operazione? Quanti soldi ci vorranno per portare nella discarica di Cerratina i rifiuti dei 46 Comuni pescaresi che conferiranno fino all’11 marzo a Colle Cese? Presto detto: ben 6 milioni e mezzo di euro. La cifra è stata calcolata sull’importo praticato attualmente, sul numero delle tonnellate di immondizia prodotte e sul trasporto che è un onere aggiuntivo qualora non si sbloccasse la vicenda-Casoni di Chieti.

Vengono prodotte 116.000 tonnellate di rifiuti nel Pescarese, di queste il 35% costituisce il sovvallo ovvero lo scarto che va in discarica dopo il trattamento e il recupero del Css che viene spedito in Olanda – spiega Alessio Di Pasquale, portavoce del Comitato No Rifiuti a Fosso Grande – Si tratta di circa 40.600 tonnellate di materiale che viene smaltito ad un costo complessivo di 150 euro a tonnellata per un costo di 6 milioni e 90mila euro cui bisogna aggiungere almeno altri dieci euro la tonnellata per il trasporto qualora i comuni pescaresi venissero costretti a servirsi dell’impianto lancianese che dista 48 chilometri dal centro di trattamento. A questo punto crediamo sia inevitabile un intervento della magistratura che faccia chiarezza sull’intera vicenda individuando i responsabili della situazione attuale e di chi vuole sabotare il consorzio pubblico Ambiente Spa”.

La vicenda sta diventando non solo un problema politico (e, ovviamente, ambientale), ma anche di sicurezza: il presidente della Cna di Pescara, Riccardo Colazilli, invoca addirittura l’intervento del prefetto intervenga “se le istituzioni locali non saranno in grado di trovare una soluzione per l'emergenza-rifiuti pescarese”. Secondo Colazilli, in questo momento “dovrebbe prevalere soprattutto il senso di responsabilità e la solidarietà tra diversi attori politici e istituzionali”.

Quanto al problema dello smaltimento dei rifiuti “della più grande città abruzzese”, secondo la Cna “andranno accertate a tempo debito responsabilità e carenze, ritardi e manchevolezze. A poche settimane dall'inizio della stagione estiva, non possiamo permetterci di immaginare uno scenario ‘napoletano’ delle nostre vie, del nostro lungomare, delle strade dello shopping così come delle periferie”. In ultimo, l’assessore regionale ai rifiuti, Mauro Di Dalmazio, in veste di “pompiere”. Di Dalmazio, infatti, spegne le polemiche: “Non esiste alcuna emergenza rifiuti nel pescarese. Per evitare qualsiasi allarme e generare un senso di sicurezza, la Giunta regionale ha adottato oggi una delibera con cui si è deciso di sfruttare le riserve volumetriche del 5% per ogni impianto, previste nelle autorizzazioni. Le riserve riguardano quattro impianti: la discarica di Sulmona, quella di Cupello, quella di Chieti e quella di Cerratina. Il consorzio di Sulmona e quello di Cupello hanno già dato la disponibilità ad accogliere i rifiuti che provengono da Pescara. Tutto ciò riguarda il periodo che va fino alla fine dell'anno”. Di Dalmazio ha concluso annunciando che per la discarica di Cerratina “è prevista una variazione di 200mila metri cubi”.

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