L'Aquila, tangenti per la ricostruzione delle chiese: cinque arresti
Si tratta di un funzionario del Ministero dei Beni culturali, un professionista e tre imprenditori: è l'esito di una complessa indagine sulle procedure inerenti la ricostruzione e il consolidamento di alcune chiese del capoluogo distrutte dal sisma del 2009
Cinque ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e tre agli arresti domiciliari, sono state emesse a L'Aquila dal Giudice delle Indagini Preliminari Giuseppe Romano Gargarella, nei confronti di un funzionario del Ministero dei Beni e delle attività culturali, di un professionista e di tre imprenditori, per i reati di corruzione, falso, turbativa d’asta, millantato credito ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
E' l’esito di una complessa indagine sulle procedure inerenti la ricostruzione e il consolidamento di alcuni edifici ecclesiastici e di altri beni culturali, di particolare rilievo storico-artistico, ubicati nel centro storico del capoluogo abruzzese e gravemente danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009.
Le indagini, avviate nel 2012, hanno consentito di acquisire gravi elementi indiziari a carico dei componenti di un "comitato d'affari", costituito da funzionari regionali, imprenditori e professionisti, finalizzato all'indebita acquisizione di lavori pubblici per ricostruire o restaurare luoghi di culto ed abitazioni danneggiati dopo il sisma.
Tra i destinatari del provvedimento degli arresti domiciliari c'è l'ex vicecommissario per la Ricostruzione dell'Aquila, Luciano Marchetti, assieme agi imprenditori Patrizio Cricchi e Graziano Rosone. In carcere sono finiti Alessandra Mancinelli, dipendente del Mibac e Massimo Nunzio Vinci, imprenditore.
L’operazione, dal nome “Betrayal", è in corso di esecuzione da polizia e guardia di finanza su disposizione della Procura della Repubblica.
Eseguite anche 14 perquisizioni personali e locali, a carico di ulteriori soggetti, indagati, in stato di libertà.