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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta petrolio, Damiani: "Nessun rapporto misterioso con l'Eni"

Il direttore tecnico dell'Arta, indagato per una perizia 'favorevole' all'Eni sul grado di inquinamento del Centro Oli di Viggiano, chiarisce la sua posizione

Il direttore tecnico dell’Arta Giovanni Damiani, iscritto nel registro degli indagati della Procura di Potenza per presunte falsificazioni (o omissioni) relative a una perizia giudiziaria svolta sul Centro Olio di Viggiano, interviene in merito alla vicenda per chiarire la sua posizione dopo l’articolo pubblicato dal Fatto Quotidiano domenica 17 aprile 2016.

Nessun appuntamento nascosto al bar Nuvola Rossa di Pescara con il consulente di parte dell’Eni, nessun accordo sulle analisi relative alle emissioni del Centro Oli di Viggiano o agli scarichi perché, chiarisce il direttore, “quelle analisi non sono mai state oggetto di incarico conferito dalla Procura in quella Perizia Tecnica d’Ufficio. Il mio ruolo è stato, quello di aver garantito unicamente prelievi ed analisi richieste dalla Procura sulle sole acque di rifiuto e di averne trasmesso i risultati all’estensore della perizia. E di aver richiesto la fatturazione all’Arta e non per me e per le altre persone nominate come Consulenti Tecnici d’Ufficio dalla Procura” dice smentendo il giornale.

Per quanto riguarda le accuse di contatti ripetuti tra Damiani e il consulente dell’Eni, il direttore racconta di essere stato incaricato dalla Procura di Potenza di effettuare campionamenti e analisi chimiche di rifiuti liquidi non meglio identificati. “Mi reco quindi a Potenza con due collaboratori esperti dell’Arta: uno del Distretto dell’Aquila ed una collaboratrice del Distretto di Chieti – ricorda -  Venuto a conoscenza del lavoro da svolgere ho accettato, insieme agli altri,  l’incarico divenendo immediatamente operativi. Il pool che entra in azione è composto quindi da quattro consulenti: tre dell’Arta che si aggiungono all’ingegnere super-esperto che poi ha redatto la perizia, che già era incaricato da tempo. L’oggetto del campionamento e il luogo ove effettuare i prelievi ci vengono illustrati al momento, in Procura. Recatici, accompagnati,  al centro Olio, i campioni vengono raccolti sotto gli occhi della Pubblico Ministero presente all’operazione e dei militari del Noe, vengono sigillati (con sigilli controfirmati da tutte le parti), posti negli idonei contenitori per essere trasferiti ai Laboratori di Pescara per le analisi.

Trattandosi di analisi irripetibili, la giurisprudenza impone che debba essere data comunicazione alle parti investigate del giorno, del  luogo e dell’ora d’inizio delle operazioni analitiche e della facoltà di poter assistere, con propri tecnici di parte,  all’apertura dei campioni (verificandone l’integrità dei sigilli) e allo svolgimento delle operazioni analitiche.

Cosa che ho fatto puntualmente e pubblicamente inserendolo nel verbale di campionamento e che è stato ribadito nel successivo passaggio in Procura”.
 
L’Eni quindi nomina un proprio consulente di parte, un ingegnere chimico di Pescara, incaricato di venire all'Arta per seguire, nel tempo, tutto l’iter delle analisi.  “Questo è il mistero  per cui tale consulente di parte ha “avvicinato” l’Arta e il sottoscritto. Questi i fatti dei presunti ed enfatizzati “rapporti” professionali oscuri tra lo scrivente e “emissari” dell’Eni. Sono certo – conclude Damiani -  che potrò dimostrare nelle sedi opportune la mia assoluta estraneità  ai fatti addebitatimi e la correttezza ed il rigore professionale, etico e morale con cui ho svolto i compiti istituzionali,  riservandomi ogni più opportuna azione a tutela della mia immagine e professionalità nei confronti del quotidiano in questione”
 

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