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Cronaca

Incendio discarica, due mesi dopo le associazioni chiedono la messa in sicurezza

Banchetto sotto i portici fino al 3 settembre "per sensibilizzare i cittadini e chiedere certezze per la salute". Ciò che rimane del sito incendiato è ancora accessibile a tutti e non si hanno certezze dell'effettiva dispersione dei fumi o dell'inquinamento delle acque

A due mesi dall'incendio della discarica di Colle Sant'Antonio, scoppiato nella notte fra il 27 e il 28 giugno scorsi, le associazioni dei territori interessati chiedono la messa in sicurezza e la bonifica di un sito che, 60 giorni dopo le fiamme, è ancora nelle stesse condizioni di prima. Per denunciare la situazione e sensibilizzare i cittadini, hanno indetto una conferenza stampa questa mattina (giovedì 27 agosto) davanti alla sede del municipio, nel luogo in cui, fino al prossimo 3 settembre, terranno un banchetto "per raccontare - spiega la presidente del Wwf Nicoletta Di Francesco - ai cittadini cosa è accaduto e sensibilizzarli sulla situazione attuale". A memoria del rogo, non solo le immagini di quella notte terribile e della situazione attuale dell'area, ma anche due cesti dei prodotti della terra cresciuti a poche centinaia di metri dai rifiuti pericolosi. "Prodotti - puntualizza Marcello Marino dell'associazione Amici del Colle - che sto lasciando marcire nell'orto, perché le analisi che abbiamo fatto fare privatamente dicono che ci sono alte percentuali di diossina e metalli pesanti". 

"Quella che nei fatti era diventata una discarica abusiva, con condanne in primo e in secondo grado per il gestore - ha detto la presidente del Wwf Di Francesco- è rimasta abbandonata a se stessa. L’unica protezione, di fronte a un cancello perennemente aperto, è rappresentato da un nastro bianco e rosso che delimita l’area. Eppure sono tuttora presenti materiali pericolosi. Già fuori dal perimetro recintato ci sono bidoni di vernice abbandonati; all’interno sono visibili notevoli quantità di plastiche e altri materiali risparmiati dalle fiamme che a fine giugno avevano impegnato per diversi giorni vigili del fuoco e volontari. Ci sono inoltre ceneri e residui di combustione che rappresentano un potenziale rischio di possibile ulteriore contaminazione dell’aria, dei terreni e delle acque. Il vento potrà sollevare e spostare le polveri contaminate; la pioggia dilaverà portando a valle e in profondità sostanze di cui non si conosce la natura. E intanto un rigagnolo di acqua fuoriesce da giorni appena prima dell’ingresso della discarica... Tutti pericoli destinanti ad accentuarsi nei prossimi mesi, con il maltempo. La situazione è insomma tuttora gravissima. Al danno già subito dai cittadini, al momento dell’incendio e nelle settimane successive, si aggiungono gravi rischi per il futuro". 

"La discarica - dice Di Francesco - è ancora nelle stesse condizioni, accessibile a tutti, e qualcuno potrebbe paradossalmente incendiarla di nuovo. Noi vogliamo pensare al futuro: molti prodotti andranno buttati e non abbiamo certezza sulla dispersione delle polveri. Al momento dell'incendio non c'era rilevamento della qualità dell'aria, perché il mezzo era impegnato altrove, ma non è stato pensato di spostarlo". 

"Noi chiediamo - prosegue la presidente del Wwf - la messa in sicurezza e immediatamente la bonifica. Ad oggi non sappiamo neppure quanto la falda sia stata contaminata. Ci appelliamo alle istituzioni e chiederemo anche un incontro al prefetto". Le associazioni chiedono in primo luogo la bonifica del sito, e risposte certe sulle conseguenze che l'incendio ha avuto per l'acqua e l'aria dei territori interessati.

Ecco le associazioni che hanno aderito alla manifestazione di questa mattina: Acqua e Beni Comuni Chieti Ambiente Valpescara, Amici del Colle
Camminando Insieme, Centro Assemblea Cittadina Cepagatti, Chieti nuova 3 febbraio, FAI delegazione di Chieti, Italia Nostra Chieti, Italia Nostra Pescara, Legambiente Chieti, Presidio Libera Chieti “Melissa Bassi”, Villablocc per la tutela della salute e della vita, WWF Chieti-Pescara 

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