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Cronaca

"L'hotel non doveva essere lì: era costruito sui detriti di precedenti valanghe"

Lo testimonierebbe la mappa Geomorfologica dei bacini idrografici della Regione Abruzzo sin dal 1991, ripresa e confermata nel 2007 dalla mappa del Piano di Assetto Idrogeologico della Giunta Regionale, ripresa dal Forum H20

“Il fatto che ci fosse prima una struttura più piccola non vuol dire granché - spiega Augusto De Sanctis, del Forum H20 - perché i tempi di ritorno di questi fenomeni estremi possono essere più lunghi di qualche decina di anni. Un po' come avviene per le piene dei fiumi, ci sono gli eventi che mediamente avvengono ogni 50 anni, quelli più importanti che avvengono ogni 100 anni e poi quelli estremi che possono avvenire ogni 500 anni e che raggiungono aree inusitate. Le carte del rischio tengono appunto conto di questa periodicità, perimetrando aree sempre più vaste al crescere del tempo di ritorno. I geologi identificano le aree di rischio non solo attraverso gli eventi già noti, riportati nel catasto di frane e valanghe, ma anche e soprattutto su alcune caratteristiche specifiche del terreno a cui ricollegano il tipo di eventi che può verificarsi. E lì questi segnali dovevano essere evidentissimi, come spiegano queste mappe ufficiali”. 

Ma, secondo quanto denuncia De Sanctis, nonostante l’esistenza di una mappa, la Regione non avrebbe formulato una mappa del rischio valanghe, prevista da una legge del 1992, secondo cui c’è il divieto di uso invernale per le strutture o l’inedificabilità nelle aree a rischio accertate o potenziali. “Non è stato fatto un Piano Valanghe, ma comunque - continua - nel percorso di ristrutturazione dell'hotel si doveva evidenziare il contesto di rischio e agire di conseguenza, come prevede il Decreto 11/03/1988 dal titolo evocativo ‘Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione. Istruzioni per l’applicazione’”.

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