Una Nobile decaduta. Solitudine ed abbandono: questa è la sintesi della triste immagine di una vigilia elettorale che vive oggi Chieti, una nobile città d'Abruzzo. A poche lune dal principale impegno civico solo qualche gelido e solitario passeggio, i soliti saluti discreti e sorrisi di circostanza. Un lontano ricordo oramai i tempi del furore teatino e delle disordinate dinamiche lungo il Corso. Un ricordo ancora vivo ma lontano davvero quello delle voci rotonde e colorite sotto i portici e della propaganda superba e massiccia che si snodava dalla Trinità, al Pozzo, al Piano Sant'Angelo, fino a Sant'Anna.
Lontani gli splendori e la gloria di una città centro e riferimento indiscusso della politica che contava anche oltre i confini regionali. Sono trapassati i fasti di un sistema organizzato e determinato che suscitava rispetto e stima ovunque, persino all'élite delle capitali. Il campanile è ancora imponente nella sua struttura rigorosa; riferimento antico, ma un distante richiamo. Energia esaurita si può dire, visti e registrati gli ultimi squallidi fatti; scenari svaniti; attori scomparsi; giochi finti. In piazza? La solita giostra d'esibizione equivoca, senza utilizzo e senza funzione.
Nando Marinucci
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