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Cronaca

Febbo torna alla carica contro il direttore amministrativo: "Nessuna persecuzione, sia fatta chiarezza"

"Ho sollevato questo problema di incompatibilità da più di un anno - dice il presidente della Commissione Vigilanza - e non avuto risposta. La Asl competente poteva fornire da subito i chiarimenti richiesti"

Dopo la difesa del direttore amministrativo della Asl Lanciano-Vasto-Chieti Sabrina Di Pietro, che si era detta "vittima di una persecuzione politica", a seguito degli attacchi del presidente della commissione di Vigilanza Mauro Febbo, che si è rivolto anche alla Corte dei Conti, quest'ultimo torna all'attacco. 

"La Di Pietro - dice - non è vittima né di una persecuzione politica né tantomeno di un teorema accusatorio. Invito invece la dottoressa a non impegnare e perdere il suo tempo prezioso nel cercare di rispondere al sottoscritto, ma casomai a trovare e fornire documentazione e informazioni utili e necessarie da consegnare sia alla procura dell’Aquila sia alla Corte dei Conti, come richiesto attraverso atti ufficiali”.

"In qualità di istituzione regionale vigilante - aggiunge - ho chiesto da tempo di verificare se la nomina del direttore amministrativo della Asl Chieti -Lanciano- Vasto avesse tutti i requisiti curriculari necessari e corrispondenti per ricoprire quel specifico ruolo apicale. Ho sollevato questo problema di incompatibilità da più di un anno e non avuto alcuna risposta da nessuna istituzione. La Asl competente poteva fornire da subito i chiarimenti richiesti, senza che arrivasse la Corte dei Conti a controllare ciò che ho evidenziato. Pertanto – conclude -  invito calorosamente la dottoressa Di Pietro e la Asl a rispondere alla richiesta pervenuta dalla Corte dei Conti, così da fugare ogni dubbio possibile, visto che la Corte dei Conti ha rimarcato discutibili e non accettando quando 'giustificato' dalla stessa.  Dal canto mio continuerò a vigilare e controllare con la massima serietà e trasparenza che mi contraddistinguono da sempre questa nomina come tutte le altre già esaminate e passate al vaglio del tavolo della vigilanza” .

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