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Cronaca

Proroga caccia al cinghiale: Febbo chiarisce

Caccia al cinghiale prorogata fino al 5 gennaio 2012, per l'assessore Mauro Febbo l’obiettivo è limitare gli ingenti danni alle colture

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

“Consentire una boccata d’ossigeno agli agricoltori diminuendo sensibilmente i danni alle colture. E’ questa la motivazione principale per la quale è stata prorogata la caccia al cinghiale fino al 5 gennaio 2012”. A spiegarlo è l’Assessore regionale alle Politiche agricole e alla Caccia, Mauro Febbo che conferma come ogni anno nella Regione Abruzzo “si registrano danni alle colture per oltre 2,2 milioni di euro tra aree protette e non. Nello specifico i danni causati dai cinghiali fuori dalle aree protette ammontano a circa 1 milione 400 mila euro l’anno. Posticipando la data di chiusura per la caccia al cinghiale - sottolinea l’Assessore -  attueremo anche un controllo sostanziale sul numero degli esemplari presenti su tutto il territorio regionale ed in particolare nelle aree circostanti i Parchi. E’ chiaro che questa è solo una misura tampone che l’amministrazione regionale ha preso in attesa dell’avvio del nuovo Piano faunistico venatorio regionale, nel quale saranno definite tutte le azioni da prendere per una corretta gestione della specie. Uno degli obiettivi principali del nuovo Piano faunistico sarà quello di una gestione congiunta delle popolazioni dei cinghiali che interesserà le aree protette e non in quanto la specie non conosce confini amministrativi. In questa ottica sarà attivato un Tavolo tecnico tra tutti i soggetti interessati alla gestione (Regione, Province e Parchi) unitamente ai tecnici incaricati, tra i migliori a livello nazionale, con il coinvolgimento delle varie Associazioni di categorie, in particolare quelle degli agricoltori,  affinché si arrivi a soluzioni concrete che siano realmente condivise. L’obiettivo è arrivare ad una riduzione sensibile dei danni causati alle colture agricole, compatibile naturalmente anche con la conservazione della specie”.

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