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Cronaca

Falso ordigno a Bonanni: "era uno scherzo", gli arrestati restano in carcere

Interrogatorio di garanzia: la voce della telefonata anonima, Nunziato, ha detto di non essersi reso contro delle conseguenze del gesto. Il suo complice si è invece avvalso della facoltà di non rispondere

Restano in carcere con l'accusa di minaccia aggravata da finalità di eversione dell'ordine democratico Davide Nunziato, 32 anni di Francavilla al Mare e Donato Colasante, 21 anni di Guardiagrele, arrestati dalla Squadra Mobile di Chieti in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale dell'Aquila. I due lo scorso 21 marzo avrebbero collocato un finto ordigno davanti al cancello di casa dell'ex leader della Cisl Raffaele Bonanni, in viale Alcione a Francavilla al mare. L'ordigno, che poi si rivelò falso, era contenuto in una busta di cellophane e composto da un contenitore di plastica e bulloni di ferro avvolti da carta stagnola da cui fuoriusciva filo elettrico legato all'involucro con del nastro isolante.

"Uno scherzo" ha detto ieri al gip Nunziato, voce della telefonata anonima al 112: l'uomo, che si trova in carcere a Pescara, ha detto di non essersi reso conto della conseguenze e dell'allarme che avrebbe potuto suscitare.

Il suo complice Colasante, che è in carcere di Chieti, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia. Agli arresti domiciliari è finita anche la moglie di Nunziato, Valeria Di Stefano, per cessione di stupefacenti e per false dichiarazioni in merito alla detenzione di alcune armi comuni da sparo.

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