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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Il direttore generale del Consorzio di bonifica centro non poteva essere nominato": parte l'esposto in procura

A firmarlo è il segretario generale della Uil Chieti-Pescara, Moreno D'Anastasio, che invoca chiarezza anche su altre presunte anomalie all'interno dell'ente

Non c'è pace per il Consorzio di bonifica centro, commissariato dal 2016 dopo l'arresto del presidente Roberto Roberti e di altre figure di spicco. Ora, a sollevare nuovamente l'attenzione sull'ente è un esposto alla procura di Chieti, che chiede alla magistratura di fare chiarezza su alcuni aspetti ritenuti anomali. A firmarlo è il segretario generale della Uil Chieti-Pescara, Moreno D'Anastasio, che sottolinea alcune presunte irregolarità, chiedendo di tutelare lavoratori e soci del Consorzio.

In primis, sotto la lente d'ingrandimento è finito il direttore generale Stefano Tenaglia. Nominato nel novembre 2017, secondo la querela non avrebbe avuto, al momento del conferimento dell'incarico, tutti i requisiti per poterlo ricoprire. Così, D'Anastasio chiede di far luce sulla presunta irregolarità e valutare se Tenaglia possa in effetti guidare l'ente a cui sono consorziati 78 Comuni di tre province abruzzesi. 

Secondo la tesi del sindacalista sottoposta al vaglio della magistratura, il direttore generale sarebbe stato nominato ben prima di aver maturato i requisiti necessari. In particolare, avrebbe dovuto maturare, alla data della nomina, un'anzianità di almeno due anni nel grado immediatamente inferiore a quello da ricoprire. Ma, si spiega nell'esposto, la promozione a dirigente di area amministrativa è arrivata solo ad aprile 2017, dunque appena sette mesi prima di quella a direttore generale. 

Ma l'incarico di Tenaglia non è l'unica presunta anomalia che il segretario territoriale Uil mette in luce nella sua querela. Chiede alla procura di far luce anche sulla nomina del Rup, che non avrebbe conseguito una laurea quinquennale, né avrebbe maturato anzianità di servizio ed esperienza nell'affidamento degli appalti e nella concessione di lavori tali da poter effettuare questa mansione. 

Infine, D'Anastasio invoca chiarezza anche su un'altra vicenda. Come spiega nell'esposto, il Consorzio avrebbe dovuto avviare una procedura esecutiva per riscuotere le spese legali nei confronti del padre dell'attuale direttore generale. Questi, dopo aver promosso una causa nei confronti del Consorzio, è risultato soccombente ed è stato condannato dal tribunale civile di Chieti a pagare le spese legali. Ma ad oggi, spiega D'Anastasio, questo non è accaduto, né l'ente si è attivato per recuperare quel credito. 

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