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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Casalbordino

Esplodenti Sabino, sequestri per reati ambientali tre mesi dopo la morte dei tre operai

La procura di Vasto ha chiesto e ottenuto il sequestro preventivo per reati ambientali nell'area della deflagrazione

Scattanno nuovi sequestri alla Esplodenti Sabino di Casalbordino, l'azienda per il trattamento di esplosivi dove lo scorso 21 dicembre sono morte tre persone per un incidente su cui si sta ancora cercando di chiarire le cause. 

Come riporta l'agenzia Ansa, la procura di Vasto ha chiesto e ottenuto il sequestro preventivo per reati ambientali nell'area della deflagrazione.

In particolare, si cerca di far luce sullo stoccaggio, "in assenza di titoli autorizzativi, rifiuti pericolosi e non pericolosi, posti su nudo terreno all'interno di cisternette in più aree dello stabilimento, in assenza di idoneo bacino di contenimento atto ad impedire/contenere eventuali sversamenti/dilavamenti in danno del suolo, sottosuolo e acque superficiali e sotterranee; per aver illecitamente smaltito, attraverso operazioni di incenerimento all'interno del forno statico: incenerimento a terra di rifiuti liquidi pericolosi, imballaggi pericolosi, panetti filtranti pericolosi e scarti di lavorazione pericolosi, costituiti da acque contaminate da miscele esplosive prodotte; omettendo altresì la classificazione come rifiuto, il tracciamento quantitativo e qualitativo dello stesso; per aver illecitamente stoccato e raccolto rifiuti speciali pericolosi di varia natura (tra cui ceneri pesanti prodotti dall'incenerimento rifiuti presso il forno 80, polveri sottili prodotte dai sistemi di abbattimento, bossolame bonificato, imballaggi contaminati) depositandoli rispettivamente sul nudo terreno, all'interno di big bags o in cassoni scarrabili scoperti, ammalorati, non a tenuta, senza adottare eventuali cautele atte ad evitare la diretta esposizione dei rifiuti agli agenti atmosferici ed il dilavamento di eventuali inquinanti in danno delle matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee), utilizzando le aree di piazzale non pavimentate individuate nelle pertinenze del forno 80, non autorizzate a tale scopo, in difformità al titolo autorizzativo; per aver illecitamente smaltito i rifiuti, in seguito alla realizzazione di un'area dedita alla riduzione volumetrica dei rifiuti (pressa), priva di qualsivoglia titolo autorizzativo e di presidi ambientali atti ad evitare sia il dilavamento che lo sversamento sul suolo di rifiuti liquidi inquinanti".

La procura guidata da Giampiero Di Florio ha inoltre iscritto sul registro degli indagati per Illecito amministrativo i vertici dell'azienda e l'azienda stessa per non avere "predisposto ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi, né affidato il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli ad organismi dotati di autonomi poteri di iniziativa e di controllo e, comunque, per non aver detti organismi adeguatamente vigilato sull'osservanza degli stessi, in relazione a reati la cui consumazione veniva peraltro resa possibile per effetto dell'inosservanza degli obblighi di direzione e vigilanza, a vantaggio dell'ente, consistito nel sensibile risparmio di spesa determinato dalla mancata attuazione delle specifiche cautele". 

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