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Domenica, 10 Dicembre 2023
Cronaca Filetto

"Strappate le radici durante l'espianto degli ulivi": sul cantiere del metanodotto Larino-Chieti arrivano i forestali

Il controllo dei militari dopo la segnalazione del perito Di Pasquale, che contesta le modalità di intervento e lo smaltimento delle potature che vengono incendiate in loco

Intervento dei carabinieri forestali di Fara Filiorum Petri sul cantiere del metanodotto Larino-Chieti, a Filetto. I militari sono intervenuti dopo la segnalazione del perito Antonio Di Pasquale, che lamentava il mancato rispetto delle prescrizioni di espianto e reimpianto degli ulivi sul tracciato dell'impianto. 

Come spiega lo stesso tecnico, sul territorio della provincia di Chieti, il cantiere rende necessario l'espianto di 2.860 ulivi. L'intervento è stato autorizzato da un documento del servizio territoriale per l'agricoltura.

Ma, denuncia Di Pasquale, nell'espianto e reimpianto degli ulivi non sarebbero state rispettate le prescrizioni ricevute dal competente ufficio regionale. E, accusa il perito "le prescrizioni vengono regolarmente celate" senza che nessuno vigili o controlli il rispetto delle stesse. Da queste considerazioni, è partita la sua segnalazione ai carabinieri forestali, che giovedì 25 e venerdì 26 sono arrivati a Filetto, in località Fosse dei Lupi. 

I militari hanno rilevato che alcune norme sull'esecuzione dei lavori non sarebbero state osservate. Accusa Di Pasquale: "Dopo aver snaturato, in diversi casi, la morfologia distintiva della pianta con taglio indiscriminato delle branche principali, con un unico escavatore munito di benna, di fatto gli ulivi vengono estirpati senza evitare strappi alle radici e anche il telo di iuta o la rete metallica, prescritte a protezione della zolla, vanno a farsi friggere".

Il perito, inoltre, spiega che i residui della potatura non sarebbero stati smaltiti correttamente, ma "bruciati in loco, tanto da richiedere, il giono dopo, un nuovo intervento dei carabinieri forestali, che hanno sanzionato la ditta appaltatrice". 

Antonio Di Pasquale, dunque, si rivolge ai funzionari del servizio territoriale per l'agricoltura della Regione, chiedendo loro di controllare cosa accade con l'espianto dei 2.860 ulivi. Quelli già espiantati, denuncia, non attecchiranno e sono condannati a morte. 

Espianto ulivi - DSC06706-2

Incendio residui della potatura - DSC06802-2

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