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Cronaca Fossacesia

"Il disastro di Santa Barbara sia esempio per dire no a Ombrina"

La docente D'Orsogna lancia un appello dopo la falla nella petroliera che ha causato la chiusura di spiagge e campeggi su 16 km di spiaggia nello stato della California. "Gli incidenti - dice - non sono prevedibili e succederà anche a noi"

"Santa Barbara ci ricorda ancora una volta che Ombrina è meglio che non s'abbia da fare". Così Maria Rita D'Orsogna, abruzzese docente universitaria negli Stati Uniti, attivista dell'ambiente in prima linea contro la costruzione della piattaforma della Medoil di fronte alla costa dei trabocchi. 

Ieri (mercoledì 20 maggio), le perdite di petrolio al largo delle coste di Santa Barbara, in California, hanno deturpato l'ambiente. "Un oleodotto sottomarino di circa 18 chilometri di lunghezza e costruito nel 1987 - racconta D'Orsogna - con il compito di portare il petrolio dalle piattaforme in oceano fino alle centrali di trattamento in terraferma, ha riversato circa 400mila litri di petrolio lungo le coste del Refugio State Beach. Il petrolio è fuoriuscito da una fessura che nessuno ancora è riuscito ad individuare. Il mare, prima blu, è ora nero e coperto di catrame".

Una tragedia in seguito alla quale il governatore della California, Jerry Brown, ha dichiarato lo stato di emergenza. Il petrolio si è allargato per un tratto di circa 16 chilometri di costa, causando la chiusura delle spiagge e dei campeggi

"Le operazioni di pulizia - prosegue - sono difficilissime - il petrolio è dappertutto, oltre che in acqua è finito sui sassi, nella sabbia, a riva. Ci sono circa 100 specialisti a raccogliere tutto questo materiale, sasso per sasso e a cercare di non farlo spargere ancora".

Un disastro già avvenuto nel 1969, quando una delle piattaforme di Santa Barbara lasciò dietro di sè un'altra marea nera. "Questo episodio - incalza la docente - dimostra che gli incidenti sono imprevedibili e dalle conseguenze disastrose. Chi poteva mai immaginare che da una piccola fessura sarebbe successo tutto questo? La lezione di Santa Barbara per l'Abruzzo è evidente. Anche Ombrina porterà con sè oleodotti e infrastruttura logistica colleganti piattaforme, FPSO e terraferma. Avremo anche noi pericoli di scoppi, fessure, e cedimenti. I monitoraggi sicuri al 100% non esistono".

E le sue conclusioni sono drammatiche: "La domanda - dice - non è: Potrebbe succedere anche a noi?, quanto: Una volta costruita Ombrina, quando arriverà la prima marea nera lungo la costa teatina?".

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