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Cronaca

Dà della bugiarda al capo della polizia municipale: per la Cassazione è ingiuria

Il caso a Chieti dove un capitano della polizia municipale ha accusato la comandante dei vigili urbani. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal difensore

Un capitano della polizia municipale e rappresentante sindacale è stato condannato per ingiuria dopo aver dato della “bugiarda” alla comandante del Corpo di polizia municipale di Chieti. “In questo corpo non lavora nessuno, lei è una bugiarda, io non parlo con i bugiardi” le aveva detto facendosi ascoltare anche da altri quattro agenti presenti nell'ufficio della comandante.

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal difensore del capitano ritenendo che “l'affermazione circa il mancato svolgimento di attività lavorativa da parte di addetti alla polizia municipale si traduce inevitabilmente in un'accusa - mossa alla dirigente - di incapacità organizzativa delle delicate funzioni dei singoli vigili urbani e di carenza di controllo sul dirigente”.

Dunque, dare del ‘bugiardo’ a un capo è sempre un’ingiuria, anche quando a farlo è un sindacalista.

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