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Cronaca Chieti Scalo

Di Paolo: "Gli ultimi simboli della Celdit siano un monumento pubblico"

Il capogruppo del gruppo misto chiede in un ordine del giorno che le statue della lupa e del cinghiale, sopravvissute allo smantellamento della cartiera e oggi custodite da un privato, siano esposte a Chieti Scalo per ricordare la storia della fabbrica

È stata per anni il simbolo dello sviluppo economico della città, al punto che nel 1938 nei suoi dintorni è nato persino un quartiere, il Villaggio Celdit, che esiste tuttora. La storica cartiera di Chieti Scalo ha rappresentato per decenni un pezzo dell’identità cittadina

Oggi lo stabilimento in cui hanno lavorato generazioni di cittadini non esiste più. E il consigliere comunale Marco Di Paolo chiede di salvaguardare gli ultimi simboli sopravvissuti. Si tratta di due statue, rappresentanti la lupa e il cinghiale, che un tempo sorgevano nei pressi della Celdit e che sono custodite oggi da un cittadino.

Il capogruppo del gruppo misto ha presentato un ordine del giorno con oggetto “Ultimo doveroso riconoscimento alla Fabbrica di papà”, per chiedere al sindaco di rendere quei simboli un monumento pubblico da installare a Chieti Scalo “a imperitura memoria di quell’orgoglio, di quella identità e di quell’eccellenza rappresentata dalla Celdit.

“Lo stabilimento – spiega Di Marco – è stato smantellato stravolgendo regole e tradizioni decennali e finendo con il trasformare una grande azienda, fierezza di un intero territorio, solo in un impianto industriale ubicato su un terreno da far fruttare”.

Per il consigliere la politica, responsabile nel “frettoloso smantellamento di questa realtà”, dovrebbe almeno occuparsi della tutela del ricordo di una fabbrica “che ha rappresentato una meravigliosa esperienza lavorativa e sociale”. 

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