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Cronaca Ortona

Il rogo delle potature avrebbe causato l'incendio che ha distrutto la riserva dell'Acquabella: denunciato un uomo

È il primo provvedimento dopo gli incendi di domenica: secondo la ricostruzione dei carabinieri di Ortona, un imprenditore agricolo del posto non sarebbe riuscito a tenere sotto controllo le fiamme, che si sarebbero poi propagate rapidamente a causa del vento forte

La richiesta di individuare i responsabili dei roghi che domenica hanno devastato la provincia di Chieti e tutto l'Abruzzo è arrivata unanime da più parti. 

E, nel giro di tre giorni, è stato identificato dai carabinieri della compagnia di Ortona il presunto responsabile dell'incendio in località Torre Pizzis, a Ortona. 

L'uomo, un 64enne imprenditore agricolo del posto, è ora indagato dalla procura di Chieti per incendio boschivo colposo. 

Domenica, Ortona è stata una delle località maggiormente colpite dal fuoco, con roghi innescati in tre punti che hanno devastato i boschi, danneggiato abitazioni, coltivazioni e attività produttive. 

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l'uomo domenica mattina stava bruciando i residui della potatura in corso del suo oliveto. Le fiamme, alimentate dalle forti folate di Scirocco e dalle elevate temperature, si sono propagate con violenza all’attigua località Santa Lucia e in rapida sequenza ai Saraceni, per aggredire poi l’intera riserva dell’Acquabella, i ripetitori Rai e di telefonia mobile, fino a spingersi a San Donato, dove poi il fuoco a tarda sera è stato contenuto grazie allo sforzo collettivo del personale intervenuto. 

I militari hanno avviato immediatamente le indagini e, con la collaborazione preziosa dei residenti, hanno acquisito dati investigativi tali da accertare come l'origine del fronte del fuoco partito da Torre Pizzis fosse proprio il rogo dei residui delle potature. 

Stando alla ricostruzione delle indagini, l'agricoltore si era attrezzato con una piccola botte per tenere a bada il fuoco, ma il forte vento di scirocco ha alimentato le fiamme, scatenando così l'incendio che si è propagato rapidamente a valle, con i lapilli trasportati sempre più lontano dal forte vento di "Garbino", innescando roghi a effetto domino per alcuni chilometri. 

Complessivamente, le fiamme hanno percorso circa 30 ettari. La situazione più grave si è registrata ai Saraceni, alla riserva dell’Acquabella con i suoi ponti ripetitori, sentieri e la sottostante spiaggia che non sono più accessibili per il pericolo di crolli di alberi. 

L'uomo ritenuto responsabile di quanto accaduto è stato denunciato in stato di libertà alla procura della Repubblica di Chieti per il reato di incendio boschivo colposo, mentre le indagini proseguono allo stesso modo per accertare le cause degli altri due roghi che hanno interessato le località del Peticcio, di Villa Grande e dei restanti cinque incendi che hanno colpito i comuni di Fossacesia, Rocca San Giovanni, Mozzagrogna e Casalbordino.  

Lo sforzo notevole compiuto in quelle ore drammatiche da parte dei carabinieri della compagnia di Ortona con la collaborazione delle otto stazioni dipendenti ed il supporto del nucleo operativo e radiomobile, domenica scorsa, è stato fondamentale sia nel supportare le squadre dei vigili del fuoco, sia come aiuto fisico e morale alle popolazioni colpite dalla calamità.

Un impegno alquanto gravoso, in quanto i fronti degli incendi distribuiti tra i comuni di Ortona, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Mozzagrogna e Casalbordino sono stati ben otto, tutti di notevoli dimensioni, tanto da interessare oltre 100 ettari di vegetazione varia, sia boschiva che macchia mediterranea, ovvero coltivazioni ad alto fusto. Grazie ai numerosi servizi preventivi già in atto lungo la costa e le marine in favore dell’enorme mole di bagnanti che raggiunge le spiagge e le attigue aree verdi, è stato possibile intervenire su tutti i fronti in atto e contribuire a scongiurare pericoli per le persone ed evacuare i residenti nelle aree più a rischio.            

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