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Cronaca

Bambina "emarginata e vittima di dispetti" a scuola, il caso finisce in Procura. La madre: "Piange e soffre"

La mamma si è rivolta alla procura elencando una serie di episodi che avrebbero gettato la bambina in crisi di pianto continuate: furti di merendine e penne, zaini gettati a terra, un dizionario scagliato in testa

Sta diventando un’emergenza nazionale e, spesso, a nulla servono incontri formativi e campagne di sensibilizzazione. Il bullismo, secondo le statistiche, è un fenomeno sempre più diffuso, benché in gran parte dei casi resti sommerso: basti pensare che, nell’ultima rilevazione effettuata dall’Istat, più della metà dei ragazzini fra gli 11 e i 17 anni ha rivelato di essere rimasto vittima di un episodio offensivo e non rispettoso.

E una sezione dedicata al bullismo è persino sul sito istituzionale dell’Arma dei carabinieri, che invitano chiunque dovesse esserne vittima a rivolgersi alla più vicina stazione.

Dal bullismo non è esente neppure Chieti, almeno stando al caso per cui l’avvocato teatino Daisy D’Alessandro ha presentato una denuncia-querela in procura. Si tratta di una vicenda delicata e ancora tutta da verificare, che vede coinvolte due bambine alle soglie della preadolescenza.

In Italia, in realtà, non c’è una legge specifica per il bullismo. Ma questo odioso fenomeno viola diverse norme del codice civile, penale e della Costituzione. E, qualora il responsabile sia minorenne, a risponderne sono chiamati i genitori.

Il caso segnalato dall’avvocato D’Alessandro riguarda due giovanissime, scolare di quinta elementare (non riveliamo la scuola frequentata per tutelare l’identità dei minorenni coinvolti, ndc). Fino alla terza, fra le due non ci sono stati problemi e tutta la classe ha convissuto in armonia.

Poi, dallo scorso anno scolastico, secondo quanto viene ricostruito nella denuncia, una delle due avrebbe iniziato ad avere atteggiamenti particolari nei confronti della compagna. Un giorno, mentre gli insegnanti assegnavano i banchi ai ragazzini, la presunta “bulla” avrebbe detto che la mamma le aveva vietato espressamente di sedersi vicino alla compagna. E tanto è bastato per causare un grave malessere all’altra

Da allora, secondo quanto ha indicato la madre nella querela, sarebbe stato un crescendo di dispetti: merendine e penne rubate, zaini gettati a terra, scorrettezze di vario genere, addirittura un dizionario scagliato in testa. Fino all’ultimo episodio, che ha gettato la bambina nello sconforto. Andando a scuola una mattina, si è accorta che tutti parlavano della festa di compleanno dell’altra e si scambiavano le fotografie scattate il giorno prima, ma lei era l’unica a non essere stata neppure invitata.

Questa emarginazione l’ha gettata nello sconforto e, per l’ennesima volta, è tornata a casa in lacrime, chiudendosi nella disperazione, ma senza spiegare il motivo alla mamma. Finché la sua migliore amica ha confessato alla propria madre l’accaduto e questa ha ritenuto opportuno informare l'altra.

Vedere la bimba in preda alle crisi di pianto è stato troppo. Così la mamma, dopo aver chiesto chiarimenti alle maestre, ha deciso di muoversi sul piano legale, tramite l’avvocato D’Alessandro, per verificare se, nei comportamenti dell’altra ragazzina, ci siano gli elementi per parlare di bullismo e prendere i provvedimenti del caso.

Un’azione estrema, arrivata dopo mesi di tentativi di chiarimento. La mamma della presunta vittima, infatti, avrebbe scritto più di un messaggio alla madre dell’altra, per chiedere conto di quanto stava succedendo. E allo stesso tempo le insegnanti l’avrebbero contattata per un colloquio, ma senza mai ricevere risposta.

Di certo, ora, sul tavolo della procura c’è un documento che chiede di indagare su un caso molto delicato, a maggior ragione per la giovanissima età dei protagonisti. Ma è ormai accertato che il bullismo non ha età, né limiti di genere; e che, spesso, le vittime non si aprono e non parlano, lasciando sommerse quelle che possono essere considerate vere e proprie violenze.

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