rotate-mobile
Cronaca

I numeri astronomici di Ombrina in Abruzzo: in 25 anni oltre 2 milioni di tonnellate di emissioni

Il Wwf presenta i dati desunti dai documenti della Medoilgas: "Un progetto intrinsecamente incompatibile con il futuro dell'Adriatico, sia dal punto di vista dell'ambiente che del turismo". Manifestazione a Pescara il 14 aprile

Sei chilometri di distanza dalla Costa dei Trabocchi, dimensioni analoghe a quelle di un palazzo di dieci piani, oltre 14mila tonnellate di rifiuti prodotti nella prima fase, collegamento con 4-6 pozzi, una nave lunga 320 metri, più dello stadio di Pescara, a dieci chilometri dalla costa, da 36 a 42 chilometri di condotte per olio, gas e acqua, immissione in atmosfera nel corso di 25 anni di attività, di 2.413.000 tonnellate complessive di sostanze.

Il Wwf Abruzzo torna a lanciare l'allarme sul mega-progetto petrolifero di 'Ombrina Mare' - 35 per 24 metri per 43,5 metri di altezza - che sorgerà a largo della Costa dei Trabocchi e lo fa presentando i "numeri astronomici" che contraddistinguono l'iniziativa.

I dati, desunti dai documenti depositati dalla Medoilgas e da altri documenti ufficiali, sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa a Pescara, a cui hanno preso parte anche la referente energia dell'associazione, Fabrizia Arduini, e il referente acque, Augusto De Sanctis.

La nave in questione, una "vera e propria raffineria galleggiante" definita Floating Production, Storage and Offloading (FPSO), "é destinata alle operazioni di separazione dell'olio dal gas, dissalazione e al delicato processo di desolforazione del gas, tre fasi - hanno spiegato gli ambientalisti - normalmente considerate negli schemi dei petrolieri proprie della raffinazione. La Fpso potrà stoccare 50.000 tonnellate di olio oltre a 10.000-15.000 mc di acqua di formazione e ogni mese, per 25 anni, verrà avvicinata da un'altra nave che caricherà l'olio per trasportarlo altrove".

"Tutte queste strutture - affermano gli esponenti del Wwf - rimarrebbero per almeno 26 anni, di cui 6-9 mesi destinati alla perforazione e 25 anni alla produzione, rilasciando nel mare una quantità di metalli pari a 29 tonnellate. La produzione giornaliera dovrebbe essere di 5-7.000 barili di olio e di 85.000 Smc di gas, pari, rispettivamente, allo 0,41-0,57% del consumo giornaliero di petrolio in Italia e allo 0,0001% del consumo di gas. Lungo 16-17 chilometri dei 32-46 chilometri di condotte - aggiungono - sarà vietato l'ancoraggio a tutte le navi per una fascia larga 926 m, pertanto, considerando anche una zona di divieto di 500 metri dalla FPSO e dalla piattaforma, tra 1531 a 1624 ettari di mare saranno interdetti all'ancoraggio".

Nel complesso, secondo gli ambientalisti, sarebbero emesse "8.470,23 tonnellate di metano, che ha un potenziale clima-alterante superiore 25 volte rispetto all'anidride carbonica; 915,795 tonnellate di Idrocarburi pesanti e Composti Organici del Carbonio (VOC); 1.615,025 tonnellate di ossido di carbonio; 884,975 tonnellate di ossidi di azoto; 473,20 tonnellate di ossidi di zolfo; 912,50 kg di polveri. In caso di emergenza è prevista l'emissione 50,740 tonnellate all'ora di fumi di combustione di gas acido".

"Il progetto 'Ombrina Mare' è intrinsecamente incompatibile con il futuro dell'Adriatico, sia dal punto di vista dell'ambiente che del turismo" afferma il referente acque del Wwf Abruzzo, Augusto De Sanctis, definendo "sacrosanta" la preoccupazione degli abruzzesi rispetto all'iniziativa. "Presto presenteremo anche un approfondimento relativo al rischio di sversamento in mare che è una delle principali problematiche connesse a questo tipo di progetti - aggiunge De Sanctis - In ogni caso, basterà considerare che uno studio inglese ha accertato che i campi con strutture come quelle previste a Ombrina mare hanno una frequenza di incidenti doppia rispetto agli altri impianti petroliferi.

Il 48% degli incidenti registrato nelle Floating Production, Storage and Offloading (Fpso) - evidenzia l'esponente del Wwf - comporta perdita in mare di idrocarburi. Nel 2011 un incidente su una nave Fpso della Shell in Nigeria ha comportato la perdita in mare di ben 40.000 barili di petrolio innescando un contenzioso di oltre 4 miliardi di euro per la compensazione dei danni".

Ricordando che "in queste settimane la grandissima parte degli abruzzesi e delle sue istituzioni ha espresso forte contrarietà al progetto", la referente energia del Wwf Abruzzo, Fabrizia Arduini, si dice convinta che le informazioni diffuse oggi "potranno convincere dell'inopportunità del progetto non solo coloro che manifestano ancora, probabilmente a causa della scarsa conoscenza della proposta, qualche dubbio, ma anche i più strenui difensori dell'impianto".

Il Wwf, anche alla luce dei dati diffusi oggi, rilancia l'invito a partecipare alla manifestazione regionale organizzata, per il 13 aprile, a Pescara, con l'obiettivo di "difendere il nostro mare e la nostra terra dalla deriva petrolifera".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I numeri astronomici di Ombrina in Abruzzo: in 25 anni oltre 2 milioni di tonnellate di emissioni

ChietiToday è in caricamento