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Cronaca

"Il maltrattante ha le chiavi di casa", aumentano le richieste di aiuto al centro antiviolenza

Per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne la presidente del centro Alpha diffonde i dati: l'autore della violenza è quasi sempre il marito o il compagno. Italiano

“Mamma che bello mangiare senza urla”. Le testimonianze raccolte nel video diffuso dal centro antiviolenza Alpha sulla seconda vita delle ospiti della casa rifugio “Teti” sono strazianti e allo stesso tempo piene di speranza. Con le immagini del video realizzato da Peter Ranalli dove le donne, i cui volti restano invisibili, passeggiano tra la villa comunale e corso Marrucino a ricordare che le violenze si consumano anche qui, le opere di sensibilizzazione dell’artista Tara all’expo room della Camera di Commercio, il flash mob a passi di danza delle studentesse e l’installazione delle scarpe rosse, la città celebra la Giornata contro la violenza sulle donne.

I DATI - A parlare, chi lavora contro la violenza 365 giorni l’anno: Marialaura Di Loreto, responsabile della cooperativa Alpha che gestisce il centro antiviolenza e che in mattinata ha spiegato agli studenti del liceo Classico G.B. Vico che il fenomeno non è affatto lontano da loro. “Sono 157 le donne che dal 2015 si sono rivolte al centro antiviolenza di Chieti – ha riferito - 93 delle quali prese in carico dalla rete cittadina attiva da un anno composta da forze dell’ordine, Asl, servizi sociali. La maggior parte ha un’età compresa tra i 20 e i 40 anni”.

E in barba agli stereotipi, l’autore della violenza quasi sempre ha le chiavi di casa poiché si tratta del marito o del compagno, italiano nel 91% dei casi (65% il marito; 31% il compagno; 4% l’ex marito o un familiare). “La difficoltà -  ha sottolineato Di Loreto – è far sì che le donne assumano la consapevolezza di essere in pericolo. Lo spintone, la tirata di capelli e lo scuotimento, che rappresentano il 37% delle violenze fisiche, sono fattori di rischio. Come anche la violenza psicologica, perché va a toccare qualcosa che non si vede. Ci sono poi altri casi in cui la violenza nei confronti della donna è anche economica, come quando la compagna viene privata della propria indipendenza economica e le viene impedito di cercare lavoro o le viene sottratto lo stipendio”.

FLASH MOB IN PIAZZA: IL VIDEO

“Come amministrazione comunale abbiamo fortemente voluto realizzare, già nel 2011, la Rete contro la violenza verso le donne e di genere della Città di Chieti – ha spiegato l’assessore alle Pari Opportunità, Emilia De Matteo – coinvolgendo tutte le parti della società: dalle istituzioni alle associazioni, dalla Asl alle forze di polizia. Abbiamo voluto contribuire ad implementare l’attività del centro antiviolenza con l’apertura di una Casa Rifugio ad indirizzo segreto per le donne ed i loro figli minori vittime di abusi. Abbiamo, inoltre, aderito al progetto Anci 365 giorni No alla Violenza sempre con l’obiettivo di contribuire ad abbattere la prevaricazione”.

Intanto è di questi giorni la notizia che il Ministero delle pari opportunità ha approvato e finanziato il progetto “Sibilla” (sistema di azioni integrate per il potenziamento dai centri antiviolenza in Abruzzo) che il Comune di Chieti ha presentato in partenariato con i Comuni di Pescara e Vasto, i Centri Antiviolenza Alpha di Chieti, Ananke di Pescara, Donna Attiva di Vasto e Le Melusine di L’Aquila. “Tale progetto, per il quale verranno stanziati complessivamente circa 80 mila euro, prevede il potenziamento delle forme di assistenza e di sostegno alle vittime di violenza, la promozione dell’orientamento lavorativo, l’individuazione di misure a supporto dei servizi educativi per i minori vittime di violenza assistita. Sono queste le testimonianze concrete di aiuto nei confronti delle donne” ha concluso l’assessore De Matteo. CONVEGNO 25 NOV-2


 

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