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Cronaca

D’Alfonso indagato per il recupero dell’ex Cofa: “Mi aspettavo un premio”

Il Governatore iscritto al registro degli indagati con altre quattro persone per il recupero di un complesso accanto al porto di Pescara

Il presidente della Regione Luciano D’Alfonso è stato iscritto nel registro degli indagati nell’inchiesta relativa alla vicenda del recupero del complesso ex Cofa a Pescara, l’area adiacente il porto turistico, di proprietà della Regione.

L’ipotesi di reato sarebbe quella di abuso d’ufficio. Con D’Alfonso risultano indagati l’avvocato Giuliano Milia, il dirigente del comune di Pescara Guido Dezio, l’ex consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini e il dirigente del servizio Genio civile della Regione Vittorio Di Biase. 

“Apprendo di essere sottoposto a indagine conoscitiva per il recupero del complesso ex Cofa a Pescara. Per quello che ho fatto in quel sito – recuperato all’uso della città dopo anni di incuria – mi aspettavo piuttosto la cittadinanza onoraria”. E’ il commento del Governatore che questa mattina (sabato 22 aprile), alle 12, terrà una conferenza stampa. “Se è vera la notizia – aggiunge - ne sarà vera subito un'altra: la posizione assolutamente meritoria della Regione, che ha demolito un manufatto abbandonato e divenuto ricovero per senzatetto, oltre che oggetto d’emergenza ambientale. Per questo motivo attendo con insuperabile tranquillità l'evolversi della vicenda che giudico documentalmente improbabile”.

Il presidente della Regione era già indagato nell'ambito di un'inchiesta della procura della Repubblica dell'Aquila relativa alla gara da 13 milioni di euro per l'affidamento della ricostruzione di palazzo Centi. Stavolta invece le indagini della procura di Pescara riguarderebbero una pratica urbanistica rilasciata in un'area, alla foce del fiume Pescara,  considerata a rischio esondazione.

"Il Governatore venga a riferire in Consiglio regionale i motivi di questa ennesima vicenda giudiziaria che lo vede tra gli indagati – commenta il consigliere regionale M5S, Domenico Pettinari -  I cittadini hanno il diritto di sapere cosa succede. Ringraziio la magistratura inquirente e polizia giudiziaria, ritengo che la rilettura degli atti amministrativi da parte dell'autorità giudiziaria rappresenti una garanzia di legalità, ma un politica sana dovrebbe avere gli anticorpi necessari per evitare l'attenzionamento continuo da parte degli organi di giustizia. Evidentemente questo governo regionale ha seri problemi di gestione della cosa pubblica. Un governo regionale sotto inchiesta rende la regione meno attrattiva sotto tanti punto di vista".
 

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