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Cronaca Vasto

Vasto: no alle industrie inquinanti, Confcommercio scrive alla Regione

L'associazione di categoria ha scritto alle istituzioni competenti per bloccare definitivamente il progetto che porterebbe a Vasto le centrali a biomasse e nuove industrie inquinanti, incompatibili con l'agricoltura e il turismo di Punta Penna

Confcommercio chiede di bloccare definitivamente il progetto che porterebbe a Vasto le centrali a biomasse e nuove industrie inquinanti. 

In una lettera, inviata a Regione, Provincia e Comune il presidente Angelo Allegrino ribadisce la propria posizione in merito. "È evidente a tutti che gli impianti in procinto di arrivare a Punta Penna - scrive - un cementificio, un impianto di recupero di rifiuti speciali pericolosi, tre centrali a biomasse non solo alla città non darebbero nulla, ma anzi toglierebbero molto per la loro incompatibilità con I'agricoltura, con il turismo, con gli impianti di trasformazione alimentare di qualità presenti nella zona".

Questi impianti sorgerebbero inoltre, a ridosso di una riserva naturale. "Non stupisce dunque che questi progetti, uno per uno e nell'insieme, abbiano incontrato l'opposizione compatta di tutta la popolazione, a cominciare dagli imprenditori locali - continua il presidente di Confcommercio Chieti - Si tratta della difesa di un bene comune, il territorio, da investimenti speculativi che a beneficio di pochissimi arrecherebbero un danno economico e ambientale certo a tutta la popolazione".

La lettera si conclude con un attacco politico. "la classe politica locale nel suo insieme, spiace dirlo, non si sta di certo dimostrando all'altezza. Condizionata dall'esigenza prioritaria di preservare i suoi
equilibri interni, da conflitti di interesse (talvolta clamorosi), da personalismi di varia natura, ha avuto una risposta  sino ad ora debole e confusa. Invitiamo il Sindaco e le forze politiche presenti in consiglio comunalea pronunciarsi su una sola delibera e chiediamo alle Istituzioni di bloccare definitivamente questo progetto scellerato che porterebbe un danno irreversibile economico - turistico - ambientale e per la salute dei cittadini".

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