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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Lanciano

Paziente morta di setticemia: la Asl pescarese dovrà pagare un risarcimento da oltre 1 milione

Lo ha deciso il giudice civile di Lanciano Massimo Canosa: dalle relazioni è emerso che un esame a cui fu sottoposta la paziente determinò le condizioni che causarono la morte

Morì di setticemia dopo essere stata sottoposta a un esame mentre era ricoverata all'ospedale di Pescara. E, ora, la Asl dovrà pagare i familiari della donna, una 59enne di Lanciano, un risarcimento di 1 milione 15 mila e 740 euro, che andranno a marito e tre figli, assistiti daglia avvocati Maria Ida Troilo e Daniela Frini. Lo ha deciso il  giudice civile di Lanciano Massimo Canosa, che ha riconosciuto la responsabilità professionale, nonostante il legale dell'azienda sanitaria, Tommaso Marchese, avesse chiesto il rigetto del ricorso. La Asl dovrà pagare anche 57 mila euro di spese legali e consulenze.

L'episodio risale al 25 gennaio 2013, quando la paziente, ricoverata due giorni prima, venne sottoposta a un esame coronarografico programmato con accesso femorale alla gamba destra, che le fu fatale. Morì il giorno dopo

La procura di Pescara archiviò il procedimento d'ufficio, non riscontrando responsabilità dei medici. Ma il caso passò poi in sede civile, dove dalle relazioni di tre periti d' ufficio emersero risultati contrastanti. Venne ritenuta valida quella di un esperto dell'università La Sapienza di Roma, che dimostrò come l'arresto cardiaco che provocò la morte della paziente fu causato da una disseminazione batterica multiorgano scatenata dalla coronografia, poiché il catetere introdotto non era perfettamente sterile.

Per il giudice, il fatto che dopo l'esame non ci furono profilassi antibiotica o altri controlli, determinò l'insorgenza della batteremia.

Si attende ora l'eventuale ricorso in Appello della Asl. 

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