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Cronaca

"Basta chiacchiere sui social, passiamo ai fatti": il comitato della teatinità si presenta

Chiedono impegni concreti in consiglio comunale per il bene della città e sono pronti a scendere in piazza

“Siamo stufi delle chiacchiere sui social network, vogliamo impegni concreti da questa amministrazione comunale e, se non verremo ascoltati, scenderemo in piazza”. Si presenta così il comitato a difesa della teatinità, nato dall’incontro degli 89 Mai Domi e CasaPound e, promettono i componenti, senza declinazioni politiche. A muoverli è l’amore smisurato nei confronti della città.

“L’unico obiettivo è il bene di Chieti” assicura Stefano Fagnano, promotore dell’iniziativa presentata ufficialmente questa mattina al Caffè Vittoria accanto a Vincenzo Artese, portavoce di CasaPound Chieti e Francesco Salvatore, responsabile della tifoseria neroverde 89 Mai Domi. “Non ho tessere di partito - dice ancora Fagnano - siamo aperti a chiunque voglia partecipare e far fronte comune contro i nemici di Chieti.  Oggi la nostra città forse vive il momento più buio della sua storia millenaria: qualcuno ha deciso che il cammino di Chieti si ferma qui per fare spazio ad un’altra città. Noi non possiamo restare a guardare”.

LE PRIME RICHIESTE - L’attività del Comitato, a lavoro già da oggi, comincia col chiedere impegni in consiglio comunale su alcuni punti “per il bene della città e non delle loro appartenenze politiche e direttive di partito”.  Tre le richieste ben precise: imporre alle aziende che operano in territorio comunale di adottare la giusta denominazione territoriale, nello specifico la Tnt e Arco spedizioni che indicano quella di Chieti come filiale di Pescara; impegnarsi con società autostrade a far adottare una corretta cartellonistica in corrispondenza dell'uscita A14 di Chieti dove, secondo il comitato, la città è totalmente oscurata anche dal punto di vista delle indicazioni turistiche e istituzionali; richiedere ufficialmente, a nome dell'intera amministrazione comunale, il ripristino della denominazione originaria dell'Università D'Annunzio da Chieti-Pescara a Chieti, come era prima della modifica dello statuto da parte del rettore Cuccurullo.

Proposte che vanno tutte verso un'unica direzione perchè, ne è convinto Fagnano, "il progetto politico di trasformare Chieti in una Pescara Ovest parte da lontano. L'area metropolitana non esiste o meglio, se esiste, è solamente la volontà politica di estendere il territorio di Pescara a discapito di Chieti e di altre realtà".

SEGUGI DELLA CITTA' - “Questo è solo l’inizio - ha aggiunto Francesco Salvatore (89 Mai domi) – se il Consiglio non accetterà le nostre proposte procederemo per altre vie,  incluse forme di protesta in piazza, in modo da risvegliare la cittadinanza e il senso di appartenenza che a Chieti ormai hanno in pochi. E anche se nessuno ci seguirà e molti resteranno a guardare, noi non ci fermeremo”.

“Ci ritroviamo ad abbracciare questa battaglia mettendo da parte il nostro credo politico perché la città è di tutti  - ha spiegato Vincenzo Artese (CasaPound) – ci sembra assurdo che oggi la politica venga fatta sui social e non nelle piazze. Siamo stufi di questa amministrazione come anche della minoranza che non bussa alla porta della Regione, ne abbiamo abbastanza anche delle bagarre politiche e vogliamo proporre cose fattibili. La politica – ha concluso - è responsabile di quello che sta avvenendo. I nostri amministratori devono agire con lo stesso spirito che hanno in campagna elettorale, con l’unica differenza che ora hanno i mezzi per fare. Noi gli staremo col fiato sul collo”.

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