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Cronaca Vasto

Mare Monstrum 2012: Vasto e San Vito alti nella classifica del mare "illegale"

Il dossier Mare Monstrum passa in rassegna i principali nemici del mare e delle coste. Sulla costa abruzzese non si fermano l'abusivismo e la speculazione edilizia: sotto gli occhi di tutti gli esempi di San Vito Chietino (zona Turchino) e Vasto

L'Abruzzo sale tristemente nella classifica sull'illegalità nel mare. Lo si evince dal dossier "Mare Monstrum 2012", presentato ieri a Roma. I dati Legambiente, passando in rassegna i principali nemici del mare e delle coste, non premiano la costa teatina, dove abusivismo e speculazione edilizia non si placano: sotto gli occhi di tutti gli ultimi esempi di San Vito Chietino (zona Turchino) e Vasto.

L'intera regione si presenta come una realtà clamorosamente da arginare. Del 2011 sono 59 le infrazioni accertate, cui hanno fatto seguito 135 denunce e 20 sequestri. L’abusivismo edilizio, unito a reati come scarichi fognari non depurati, ingiustificate o illegali, rifiuti e pesca illegale, fa salire l'Abruzzo di un gradino nella classifica Mare Monstrum delle 15 regioni italiane che si affacciano sul mare. Quest’anno la nostra regione si trova al tredicesimo posto nella classifica generale del mare illegale, con 306 infrazioni accertate, un totale di 431 denunce e arresti e 66 sequestri; e al settimo posto nella classifica delle infrazioni per Km di costa (2,4 infrazioni per ogni chilometro).

VASTO A fine maggio 2012 infatti, la Procura di Vasto ha disposto il sequestro preventivo di un complesso edilizio residenziale in via di realizzazione a ridosso della costa: 178 appartamenti in costruzione e 4 ettari di terreno adiacente ai fabbricati, con sei persone finite nel mirino degli inquirenti per lottizzazione abusiva e illegittimità dell'intervento edilizio: l'edificio multipiano veniva infatti realizzato in un’area non urbanizzata e in assenza di un piano di lottizzazione. Il valore degli immobili sequestrati era di diversi milioni di euro e molti appartamenti erano stati venduti a privati che li hanno acquistati, secondo la Procura in buona fede.

Questo maxi sequestro è arrivato appena 40 giorni dopo un provvedimento analogo nella stessa zona, che ha riguardato due complessi edilizi: una struttura sulla collina di Montevecchio, “Residence Plaza”, in un’area destinata a strutture turistico-ricettive, e cinque corpi di fabbrica destinati a civile abitazione in località Canale sulla costa.

SAN VITO A San Vito Chietino invece, in contrada Colle Foreste, sta per nascere un complesso turistico di oltre 600 posti letto, il Resort Village della ditta Pagliaroli Group, insieme a seconde case, centro di talassoterapia, sala meeting, centro culturale, ristoranti, piscine e attrezzature sportive. Legambiente definisce l'operazione "una delle più grandi speculazioni edilizie, resa possibile grazie alla solita variante urbanistica al Piano regolatore generale, che ha acquisito anche il parere favorevole della Commissione via regionale, trasformando una zona agricola in zona turistica, estesa per circa 20 ettari. In un’area  di grande valenza ambientale e paesaggistica calerà, quindi, l’ennesima colata di cemento, sottraendo altro spazio all’agricoltura di qualità. Un insediamento sponsorizzato dall’amministrazione comunale, visto che, usando le stesse parole del sindaco Rocco Catenaro, porterà nelle casse comunali un gettito d’Imu di oltre 300 mila euro. E con questo il gioco dovrebbe valere la candela, almeno secondo il sindaco".

Cattivi esempi anche nel resto d'Abruzzo: come non citare il lido pescarese "Les Paillotes", il cui imprenditore è stato condannato per abusivismo edilizio su demanio marittimo dalla Corte d’Appello dell’Aquila meno di una settimana fa.

A raccontare nel dettaglio lo scenario regionale sarà lo stesso staff di Goletta verde di Legambiente quando attraccherà a Pescara e Giulianova il 2 agosto e a Silvi il 3 agosto. 

"Dopo decenni di denunce, di battaglie legali e di campagne di sensibilizzazione, ben poco è cambiato – dichiara Luzio Nelli, della segreteria regionale di Legambiente – Sulla costa abruzzese si continua con il consumo e la cementificazione del suolo, sotto una logica speculativa che, nonostante le ripetute segnalazioni, resta imperterrita in piedi, con il rischio, alla fine, di farci l’abitudine".

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