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Cronaca

"Oltraggio alla città di Chieti": le nomine del Cda della d'Annunzio scatenano la rivolta

Il consigliere regionale Febbo contro il rettore, che ha scelto fra i papabili solo persone residenti fra Pescara e provincia. Le associazioni si stanno mobilitando per chiedere chiarimenti a Di Ilio

Nuove nubi si addensano sull’università d’Annunzio. Quando non sono le faide interne ad animare la vita nel campus di via dei Vestini, ci sono gli attacchi che arrivano dall’esterno contro la gestione di ateneo. L’ultimo in ordine di tempo arriva dal consigliere regionale Mauro Febbo che parla di “oltraggio alla città”. Di fatto, la campagna elettorale per il prossimo magnifico rettore, che verrà scelto l’anno prossimo, è già iniziata. 

Per capire la furia del consigliere di Forza Italia bisogna fare un passo indietro a ieri pomeriggio (giovedì 13 ottobre), quando in Senato Accademico è stata proposta al rettore una rosa di nomi fra cui avrebbe dovuto scegliere i nuovi componenti del Consiglio di amministrazione di ateneo, 5 interni tra dipendenti e docenti e 3 esterni. I nomi sono stati selezionati sulla base delle candidature arrivate da diverse realtà: imprenditori, esponenti di associazioni di categoria, ex manager di strutture pubbliche. 

Alla fine, sulla base della valutazione dei curricula, l’hanno spuntata il dipendente Enzo Fimiani, responsabile delle biblioteche di ateneo, e i docenti Tonio Di Battista, ordinario di Statistica e presidente Adsu, Riccardo Palumbo, ordinario di Economia Aziendale, Luca Tommasi, presidente del corso di laurea in Scienze e tecnologie psicologiche e Stefano Civitarese, ordinario di Diritto amministrativo e fresco di nomina ad assessore all’Urbanistica al Comune di Pescara. Per quanto riguarda la componente esterna all’ateneo, il rettore Carmine Di Ilio ha scelto gli imprenditori Luigi Bonetti ed Enrico Marramiero e il direttore del personale Fater Gianluca Nardone. Gli otto nominati entreranno in servizio dal mese di novembre

Ma perché Febbo si scaglia contro questi nomi? Il consigliere denuncia una “non presenza di rappresentanti teatini e del territorio provinciale”, scelta che giudica “illogica e sbagliata, sbilanciata nella rappresentatività territoriale, dove, analizzando i nomi, si evince una concentrazione territoriale univoca e un’appartenente politica chiara e netta”. Insomma, Febbo contesta sia la residenza dei nuovi consiglieri di amministrazione della d’Annunzio, nella quasi totalità dei casi a Pescara e provincia, sia la vicinanza di alcuni nomi al governatore della Regione, dunque di area Pd. E, più nel particolare, chiede la rimozione dei docenti Di Battista e Civitarese: il primo scelto dalla Regione a capo dell’azienda per il diritto agli studi, il secondo voluto dal sindaco Marco Alessandrini per il recente rimpasto di giunta. 

“Un ulteriore oltraggio e schiaffo alla città di Chieti”, incalza il consigliere, ricordando i tanti uffici scippati alla città e il depotenziamento degli ospedali della provincia”. E rivendica: “Il nostro territorio in questi anni ha profuso attenzione, forze e soprattutto risorse nei confronti della università dannunziana. Ricordo come negli anni settanta, quando l’ateneo rischiava la chiusura e doveva ottenere la Statalizzazione gli artefici di questo grande risultato furono solo il professor Manzoni unitamente alla sola Provincia di Chieti. Mentre le altre due province, Teramo e Pescara che erano presenti nel Cda, si sfilarono nel contribuire economicamente in maniera forte, addirittura Teramo usci dalla governante per far nascere una propria università. La nascita di un Cda così fortemente schierato politicamente e territorialmente  - incalza - anticipa la nomina a breve del nuovo Magnifico Rettore, visto che Di Ilio non può ricandidarsi per l'età, chiara appare la lettura delle nomine oggi tutte fiduciarie”.

Intanto la notizia delle nomine in consiglio di amministrazione non è passata inosservata in città, dove alcune realtà associative si stanno mobilitando per chiedere conto al rettore del perché non abbia scelto, per l'organo governativo di ateneo, almeno un rappresentante della città di Chieti.

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