Comitato per Chieti provincia, la protesta a Roma con Frosinone e Avellino

Chieti unisce la sua battaglia per salvare il capoluogo di provincia ad Avellino e Frosinone al grido di “Se Roma non ci ascolta, avranno la rivolta”. Ieri (mercoledì 5 dicembre) la protesta più eclatante: una rappresentanza di cittadini di tutte e tre le province che rischiano di sparire per il decreto sulla spending review hanno manifestato nel pomeriggio di fronte a palazzo Madama, a Roma, sede del Senato. 

Le tre province condividono i requisiti di estensione territoriale e popolazione necessari a sopravvivere. Ma rischiano di essere cancellate a causa di un comma del decreto legge che stabilisce che toccherebbe ai comuni più popolosi acquisire lo status di capoluogo. Il capoluogo di Chieti, dunque, diventerebbe Pescara.

“Chieti, Avellino e Frosinone, tutti uniti in un battaglione”. Questo lo slogan scandito da un centinaia di membri del Comitato civico per Chieti capoluogo, con il sindaco, Umberto Di Primio, il presidente del consiglio comunale, Marcello Michetti, il consigliere di opposizione Luigi Febo. 

Una protesta pacifica e composta, che ha rischiato però di degenerare quando un gruppo di manifestanti che avanzava verso palazzo Madama è stato fermato dalla polizia per motivi di sicurezza. La tensione si è stemperata in pochi minuti e una delegazione dei tre comuni è stata ricevuta dai senatori che hanno garantito di voler fermare il decreto sul riordino delle province puntando sui vizi di costituzionalità e sulla presentazione di emendamenti. Appena qualche giorno fa il senatore teatino Fabrizio Di Stefano ha annunciato di averne proposti 29 alla commissione Affari costituzionali: l’obiettivo è quello di salvare la Provincia di Chieti.