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Cronaca

Chiesa chiusa da oltre un anno a Castelferrato, la messa si celebra al ristorante

Marinucci (Movimento d’Impegno Civico): "Ordinanza senza motivazioni tecniche e tanto malumore. Celebrazioni liturgiche al ristorante"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

La Chiesa di San Giuseppe di Castelferrato, frazione di Torrevecchia Teatina, è inibita al culto da più di un anno, da quando, con ordinanza sindacale del 31 ottobre 2016, il sindaco Baboro ne decretava la chiusura per motivi (si legge) legati al terremoto in Umbria e Marche. Ad oggi nulla è cambiato. Tutto resta chiuso e circoscritto al documento che dunque ne inibisce ogni possibile fruibilità. Chiesa storica per la cittadina, monumento prestigioso per la comunità parrocchiale che da più di un anno è costretta a celebrare le proprie funzioni e le grandi festività in ristorante.

Un affronto vero e proprio per un popolo legatissimo alla propria fede e alle proprie tradizioni cristiane, dunque tutto il malumore e la contestazione nel silenzio più mortificante e senza un barlume di speranza. A dir il vero un incontro pubblico per capirci qualcosa c’è stato molto tempo fa ma è stato solo quello voluto ed organizzato dal parroco per rendere chiara la sua estraneità alla chiusura. Da quell’incontro nulla più è successo se non una silenziosa raccolta di firme prima e qualche timida riunione poi, per cercare di sensibilizzare forse la Regione ai contributi del sisma. Iniziative partite dagli ambienti vicini all’amministrazione che allo stato attuale si sono dimostrate sterili e prive d’ogni concretezza e convinzione. Trovano difficoltà le chiese del cratere ad essere finanziate figurarsi una chiesa lontanissima dal sisma e peraltro priva di danni sismici. Dalla cittadina adesso le lamentele si fanno più forti, la raccolta delle firme non è bastata a calmare gli animi, nemmeno la certezza di celebrazioni al ristorante riesce più a smorzare la richiesta di chiarezza sui motivi della chiusura. In effetti dal riesame dell’ordinanza sindacale e dalle dichiarazioni degli amministratori nella pubblica riunione, più di qualche perplessità comincia a prendere forma. Non si può chiudere un luogo di culto solo per una precauzione personale del sindaco e senza alcuna verifica tecnica preventiva o saggi o prove a supporto. Ad oggi sul sito istituzionale web del Comune non esiste traccia di documenti che inibiscono l’accesso alla chiesa e dunque tutto si perde nel mistero. E allora perché si chiude? Se ci sono, quali sono i veri motivi? Oramai è chiaro a tutti, non c’è che una grave superficialità nella gestione degli strumenti amministrativi.

Emettere un 'ordinanza solo per una presunta precauzione senza alcun documento a corredo e poi senza produrre alcun provvedimento amministrativo successivo, ed inoltre senza programma o progettazione di sorta che si vuole, rende chiaro ogni limite amministrativo. La verità è che la chiesa può essere riaperta subito! Basta solo emettere un'ordinanza uguale e contraria a quella emessa sciaguratamente il 31 ottobre 2016. Leggerezza, eccesso di potere, abuso o altro, le motivazioni vere adesso non interessano più, interessa invece far eseguire dal sindaco un sopralluogo tecnico dai pubblici uffici tecnici sull’inesistenza del pericolo ed emettere ordinanza di riapertura, chiedendo ovviamente scusa alla popolazione e alla parrocchia del disservizio causato.

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