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Cronaca Chieti Scalo / Largo Martiri delle Foibe

La testimonianza degli esuli nella cerimonia di intitolazione di largo Martiri delle Foibe

Magda Rover, istriana, e Mario Diracca, fiumano, hanno raccontato ai ragazzi delle scuole cosa accadde subito dopo l'Armistizio dell'8 settembre e le atrocità degli uomini di Tito

Una pagina della storia d’Italia ancora poco nota, per anni accantonata, che soltanto negli ultimi tempi, con l’istituzione di un giorno dedicato al ricordo, il 10 febbraio, viene ricordata a dovere. Si tratta del dramma dei martiri delle Foibe, migliaia di italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia torturati e uccisi nelle maniere più atroci e disumani - se umanità può esserci in un’azione del genere - dagli uomini del maresciallo Tito. 

Questa mattina (venerdì 24 febbraio), a Chieti, si è celebrata la commemorazione di quelle vittime, in occasione della cerimonia di intitolazione dell’area verde tra via Sulmona e via Amiterno ai martiri delle Foibe. Una cerimonia arricchita dal ricordo vivissimo di chi ha vissuto in prima persona quei fatti disumani. 

La mattinata è iniziata con la deposizione della corona di alloro da parte di due studenti della scuola media Antonelli, poi con l’esecuzione del “Silenzio”. Il presidente del comitato 10 febbraio, Marco Di Michele Marisi, ha introdotto le testimonianze, senza dimenticare l’atto vandalico compiuto una settimana fa, proprio ai danni della targa di largo Martiri delle Foibe. “Quell’atto - ha detto - è frutto di un’insofferenza per la verità che sta venendo a galla”. 

Poi, spazio alla testimonianza di Magda Rover, esule istriana, che ha raccontato ai ragazzi delle scuole di via Amiterno e Antonelli quanto accadde dopo l’Armistizione dell’8 settembre, quando l’esercito regio si sciolse, i tedeschi occuparono le città dell’Istria, e Tito diede il via al suo progetto di cancellazione degli italiani. “Voleva dimostrare - spiega Rover - che quelli erano territori croati”. E ai giovanissimi: "“Dico ai ragazzi di studiare e vivere con gioia, studio, intelligenza e bontà: cerchiamo di sconfiggere le guerre sin da piccoli”.

A quel punto, iniziò il dramma di migliaia di persone, anche bambini piccolissimi: finiti nelle Foibe dopo atroci torture o costretti a scappare “con la morte nel cuore per ricongiungersi all’amata madre patria”, come ha ricordato Mario Diracca, esule fiumano e presidente della sezione pescarese dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd). 

Agli studenti, il sindaco Umberto Di Primio ha rivolto un invito: “Siate capaci di costruire un piccolo pezzettino di pace”

Alla commemorazione hanno preso parte il presidente del consiglio comunale, Liberato Aceto, il vicesindaco Giuseppe Giampietro, i consiglieri comunali, il prefetto di Chieti, Antonio Corona, il questore di Chieti, Raffaele Palumbo, la comandante della Polizia Stradale di Chieti, Agnese Pane, la comandante del Nor Carabinieri Chieti, Maria Di Lena, il comandante dei Vigili del Fuoco di Chieti, Antonio Albanese, la comandante della Polizia Municipale di Chieti, Donatella Di Giovanni, un nutrito gruppo di rappresentanti dell’associazione nazionale Carabinieri, dell’associazione nazionale Alpini, dell’associazione nazionale della Polizia di Stato, dell’associazione “Amici di Bocca del Serchio” che riunisce ex ufficiali e sottoufficiali della Marina Militare Italiana,  gli alunni delle classi quinte della scuola primaria “via Amiterno” e quelli delle classi prime della scuola secondaria di 1° “V. Antonelli” del Comprensivo 3 diretto dalla professoressa Maria Assunta Michelangeli, rappresentanti del “Comitato 10 Febbraio”.

Intitolazione largo Martiri delle Foibe (24 febbraio 2017)

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