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Cronaca Casoli

A Casoli nasce il Centro abruzzese di documentazione sull’internamento civile fascista (Cedif)

Il progetto è finanziato con fondi regionali e mira a raccogliere, valorizzare e divulgare le fonti documentali legate alla storia dei campi di concentramento e delle località di internamento libero, istituiti dal regime fascista e attivi durante il periodo bellico, in modo particolare nella provincia di Chieti

La ricerca, l’elaborazione e la divulgazione, unite all’attività editoriale e alle iniziative culturali e formative del Centro, intendono dare continuità a un importante progetto di ricerca e documentazione on line sulla storia del campo di concentramento di Casoli, www.campocasoli.org. Quest’ultimo si è prefisso di mettere a punto strumenti idonei all’identificazione ed alla consultazione delle fonti - scritte, cartografiche, iconografiche, fotografiche, - indispensabili per migliorare la comprensione dello studio scientifico del campo di concentramento di Casoli e, dall’altra parte, di poter mettere a disposizione il materiale sia agli studiosi che ai diretti discendenti degli internati.

Molte fonti archivistiche relative al fenomeno dell’internamento civile durante il fascismo sono andate disperse, distrutte, decentralizzate, oppure risultano inaccessibili. Per questa ragione, il patrimonio archivistico conservato nell’archivio storico del Comune di Casoli rappresenta una fonte importante per poter ricostruire il modello di amministrazione di un campo di concentramento fascista per internati civili stranieri nel corso della seconda guerra mondiale. Infatti, sono pochi i comuni italiani che durante il ventennio furono sede di campi di concentramento o di internamento civile ad aver conservato i fascicoli personali degli internati. Molti di questi sono andati distrutti o persi, come nel caso del campo di Campagna (Salerno); in altri casi, come quello relativo alla questura di Chieti, responsabile per i fascicoli personali di oltre 20 località di internamento libero e 6 campi di concentramento, i fascicoli sono stati «mandati al macero per supero dei prescritti limiti di conservazione».

Tale complessa attività ha prodotto un portale, campocasoli.org, che funziona come “medium” almeno in tre direzioni. In primo luogo, esso è uno strumento di studio utile alla ricerca scientifica delle fonti e al dibattito storiografico sull’internamento civile durante il fascismo. In secondo luogo, la divulgazione delle informazioni in esso contenute e condivise attraverso i social network, per un uso pubblico dello strumento, contribuisce a diffondere una storia ancora poco nota intorno alla realtà dei campi fascisti. Infine, riproduce un “museo” telematico per la conservazione, la promozione e l’interazione della cultura della memoria.
Il Centro di documentazione (CeDif) opera per la promozione e diffusione della cultura storica anche attraverso convegni, seminari, mostre, documentari, presentazioni di libri inerenti al tema di ricerca.

L’attività divulgativa si avvale delle collaborazioni con il mondo della scuola, dell’associazionismo culturale, delle fondazioni e dell’Università. Il Centro promuove, in cooperazione con i docenti e gli studenti delle scuole del territorio progetti di formazione per dare vita a laboratori storico-didattici, il cui fine è quello di avvicinare concretamente i partecipanti alla cultura storica intesa come strumento essenziale per la comprensione della realtà per una costruzione critica della Memoria. Alcuni dei risultati delle ricerche svolte dagli allievi saranno messi a disposizione delle istituzioni e delle associazioni culturali, le quali a seguito ne cureranno la divulgazione.

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