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Cronaca

Caso Pellegrini, L'Altra Chieti: "La Regione dia seguito alla legge del 2014"

"Nel gennaio 2014 - spiega Fortuna -la precedente giunta di centro destra ha approvato la legge regionale sull’uso di cannabinoidi a fini terapeutici, a firma di Maurizio Acerbo, ma non riuscì ad attuarla per la fine della legislatura, nell’aprile del 2014. Questa legge avrebbe evitato il carcere al pianista"

Dopo l'interrogazione parlamentare, l'appello di Roberto Saviano e la visita in carcere del deputato Melilla, anche L'Altra Chieti interviene sul caso di Fabrizio Pellegrini, il pianista detenuto dal mese di giugno per la produzione di sostanze stupefacenti che, però, gli servirebbero per curarsi.

"Le sofferenze di Fabrizio e questa sua indignitosa ed ingiusta carcerazione - dice il presidente Alessandro Fortuna - sarebbero potute essere evitate, anche prescindendo dai lavori parlamentari, pur importanti, sulla legalizzazione della cannabis. È il caso di ricordare, infatti, che ci sono evidenti responsabilità della giunta regionale nella vicenda. Nel gennaio 2014 la precedente giunta di centro destra ha approvato la legge regionale sull’uso di cannabinoidi a fini terapeutici, a firma di Maurizio Acerbo, ma non riuscì ad attuarla per la fine della legislatura, nell’aprile del 2014. In più occasioni si è sollecitata l’attuale giunta in tal senso".

E aggiunge: "Questa legge non solo avrebbe permesso a Fabrizio di non doversi far carico delle ingenti spese del farmaco prescritto ma, soprattutto, non l’avrebbe costretto al carcere. L’Altra Chieti, già otto mesi fa, presentò un ordine del giorno invitando la giunta D’Alfonso ad attuare la legge regionale, ma nulla si è mosso. È incredibile come l’Abruzzo non giovi di un provvedimento all’avanguardia, che si distingue da quello al vaglio nazionale, perché si pone l’obiettivo di offrire a persone che, affette da specifiche patologie, non riescono a trovare sollievo in altri presidi medici, riscontrando invece benefici, o quanto meno un sollievo, dall’assunzione di cannabinoidi. Insomma non si tratta di una generale liberalizzazione della cannabis ma di un provvedimento di civiltà che è in sospeso ormai da più di due anni e mezzo! Vogliamo che i cittadini abruzzesi possano curarsi con le terapie indicate in quella legge e per questo rivolgiamo un accorato appello alla giunta regionale, special modo, alla sua componente di Sinistra Italiana".

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