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Cronaca Lama dei Peligni

Il camoscio più bello del mondo è sulla Majella

Grazie al progetto europeo Life Coornata è a pieno titolo l'ambasciatore dei Parchi italiani. L'occasione per fare il punto sul suo stato di conservazione è il congresso internazionale sul camoscio appenninico, in corso a Lama dei Peligni

Non chiamatelo camoscio. La 'rupricapra appenninica', specie endemica in Italia che non si trova in nessun'altra parte del mondo, è il camoscio più bello del mondo - come lo definiscono gli zoologi - e, oggi, grazie al progetto europeo Life Coornata, è a pieno titolo l'ambasciatore dei Parchi italiani.  Ed è di grandissima importanza per la biodiversità del Pianeta e soprattutto per le economie locali dell'Appennino.

"Attraverso la presenza di questo ungulato si arricchisce la popolazione locale di presenze importanti della fauna e favorisce indirettamente un processo economico dovuto alla presenza delle cooperative locali- spiega Oremo Di Nino, direttore del Parco nazionale della Majella all'agenzia Dire- che, monitorando, controllando e favorendo il turismo, fanno conoscere e apprezzare l'animale a tutti i cittadini che sono interessati a questo aspetto della natura".

L'occasione per fare il punto sullo stato di conservazione è il congresso internazionale sul camoscio appenninico, in corso a Lama dei Peligni fino a venerdì. Il camoscio "ha avuto la possibilità di sopravvivere anche grazie alle aree protette- sottolinea Di Nino- il Parco nazionale della Majella ha recitato un ruolo importantissimo perchè la popolazione del camoscio dagli inizi degli anni 90 da pochissime unità è arrivato a circa mille unità ed èdiventato il serbatoio principale da cui attingere per creare la quinta popolazione di camoscio nel Parco regionale del Sirente-Velino".

Insomma, se non ci fossero stati i Parchi dell'Appennino il camoscio non sarebbe sopravvissuto.

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