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Cronaca Ortona

A piedi dall'Inghilterra a Ortona: l'impresa di Stefano Cipollone

E' partito il primo aprile per percorrere la Via Francigena: giovedì, dopo 77 giorni di cammino, montagne scalate e disavventure questo giovane ortonese arriverà a San Tommaso

“Turista è chi passa senza carico né direzione. Camminatore chi ha preso lo zaino e marcia. Pellegrino chi, oltre a cercare, sa inginocchiarsi quando è necessario”. Chi meglio di San Riccardo, pellegrino inglese vissuto nel ‘700, può sintetizzare la storia di tanti pellegrini e camminatori nel mondo. Tra questi merita un posto anche Stefano Cipollone, ortonese doc che dopo aver percorso 2.300 chilometri a piedi dall'Inghilterra giovedì 16 giugno arriverà ad Ortona. La data coincide con il suo 24esimo compleanno che il giovane festeggerà davanti alla basilica di San Tommaso per celebrare l’impresa.

Il pellegrinaggio di Cipollone è partito lo scorso primo aprile sulla Via Francigena da Canterbury (Uk) a Roma. “Venivo fuori da un intenso periodo lavorativo nel sud-est asiatico e avevo la necessità di staccare per un po' la spina, – racconta - l'anno scorso feci il Cammino di Santiago e fu un'esperienza bellissima e molto forte. Il viaggio è stato interamente pagato da me, fatta eccezione per quelle brave persone che mi hanno offerto un pasto caldo o un letto lungo il tragitto”.

Un cammino pieno di insidie e colpi di scena, caratterizzato da incontri con persone speciali. Dopo aver percorso il breve tratto di campagna inglese, Stefano ha raggiunto Dover, dove si è imbarcato sul traghetto per Calais. Arrivato in Francia ha continuato a camminare verso sud, dormendo in tenda anche sotto la pioggia, sua compagna di viaggio per quasi tutto il cammino in terra francese. “Già dai primi giorni mi sono reso conto di essere l'unico pellegrino – racconta ancora - i francesi, non credendo alla mia storia, mi credevano pazzo, immigrato clandestino o evaso di prigione a seconda dei giorni. Percorrevo lunghe distanze, di 40-45 chilometri al giorno, fino a quando ho avuto un serio infortunio al peroneo corto della caviglia destra”. Il dodicesimo giorno di cammino a Reims i medici consigliano a Stefano di interrompere immediatamente tutto se non vuole rischiare la rottura del tendine.

A piedi da Canterbury a Ortona: l'impresa dell'ortonese Cipollone

“Non mi sono perso d’animo – continua -  e ho deciso che sarei andato avanti a tutti i costi, con le dovute cure mediche. E così, con tanto dolore da appannarmi la vista, ho continuato a discendere la Francia fino ad arrivare al confine svizzero. Nel frattempo avevo già spedito la tenda a casa perché di notte era troppo freddo. Per entrare nel paese elvetico ho dovutosuperare le Prealpi, a circa 1300 metri, tra neve e ghiaccio. Ma una volta arrivato a Losanna ho potuto godere di uno dei paesaggi più incantevoli al mondo: il lago di Ginevra, con le Alpi a picco. Di lì ho iniziato la lenta risalita verso quella che è diventata la sfida più grande della mia vita: risalire il Gran San Bernardo fino a quasi 2500 metri”. L’impresa inizia il 2 maggio insieme ad altri alpinisti francesi. “Sin da subito i 3 metri di neve si fecero incredibilmente ostici ed anche con le ciaspole facevo una fatica enorme ad avanzare. Nella risalita avevo terminato tutto il cibo e l'acqua, ricordo momenti di tensione a causa di due valanghe, fortunatamente sull’altro versante. Con il salire di quota iniziavo ad avere qualche difficoltà a respirare ma ho continuato da solo fino a scalare una cresta di ghiaccio, per raggiungere la cima e il rifugio: un’esperienza durissima che però mi ha insegnato tanto. Il giorno dopo, scortato dal sacerdote del rifugio, sono arrivato nel territorio italiano a quota 2.500 metri. Davanti lo spettacolo meraviglioso della Valle d'Aosta completamente innevata”. Da lì in poi la discesa verso il Vaticano, dormendo nei conventi e negli ostelli. Cipollone attraversa le risaie nel Vercellese, la Pianura Padana, Pavia; seguendo i numerosi affluenti del Po guida lo stesso tramite l'antico Transitum Padum e raggiunge l’Emilia Romagna, poi la Toscana e, insieme ad altri due pellegrini californiani e un milanese, il passo della Cisa. Giunge in prossimità delle Cinque Terre, in Liguria, per poi tornare nuovamente in Toscana, in Versilia e poi a San Miniato Alto, San Gimignano, Monteriggioni, Siena.

Ma è quando arriva a Roma, il primo giugno, dopo aver camminato per 2.000 chilometri in 62 giorni che Stefano decide di tornare a casa da eroe. E quale migliore scelta se non quella di proseguire verso Ortona percorrendo il cammino di San Tommaso? Al momento Stefano si trova nell’entroterra abruzzese: fra tre giorni, in occasione del suo 24esimo compleanno, arriverà finalmente a casa dopo aver percorso in solitaria mezza Europa e vissuto decine di esperienze. L’arrivo è previsto giovedì 16 giugno tra le ore 17 e le 18. Dopodichè scatteranno i festeggiamenti, ai quali Cipollone vuole invitare tutti i concittadini.

Le condizioni meteo e fisiche hanno dato più di un problema a questo ragazzo, ma siamo certi che la sua tenacia lo porterà a completare questo lungo viaggio. “Continuo a stringere i denti e proverò a tirare fuori le ultime forze rimaste – promette su Facebook a quanti seguono il suo diario di bordo (che non è sponsorizzato da nessuno) - un abruzzese vero mantiene la parola data ad ogni costo”.

E non c'è un perchè: certe cose, quando si sente di doverle fare, vanno fatte.

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