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Cronaca

La d'Annunzio cambia nome, i sindacati si schierano: "No alle polemiche di campanile"

Mentre Casapound dice no all'aggiunta "dell'Adriatico", il capogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara Antonelli invoca un incontro dei due consigli comunali con il Senato Accademico

Non accenna a spegnersi il dibattito sul cambio di nome dell’università d’Annunzio proposto dal rettore Sergio Caputi e approvato dal Senato Accademico. Mentre si attende il Consiglio di amministrazione in programma martedì, che dovrà decidere se ratificare o meno la proposta, la denominazione “dell’Adriatico” continua a far discutere. 

E, nel dibattito, si inseriscono anche le organizzazioni sindacali: Cisl, Gilda Unams, Uil e Cisapuni, in una nota stampa congiunta, sollecitano: 

Questa università va difesa, va amata, va sostenuta e non odiata e questo è il messaggio per chi vuole che l’università continui a crescere.

Le organizzazioni sindacali vogliono “raccontare l’università e lo fanno così: 

è di chi apre i cancelli al mattino, di chi annaffia i prati e butta la spazzatura, è di chi ci lavora e cerca di mandare avanti un’idea, perché noi non siamo una fabbrica, è dei bravi studenti che ci costruiscono il loro futuro, è dei professori, quelli che ci provano a renderla migliore.

Ed è anche vostra, cari cittadini-contribuenti che riempite a festa le nostre aule quando i vostri figli si laureano, che partecipate ai nostri eventi per curiosare un po’ dentro queste stanze.

L’Università non è del rettore né del direttore generale, non è di chi la sporca con i cartelloni con le parolacce, non è degli studenti che la usano come palestra del politico dilettante, ma non è soprattutto di coloro che la strumentalizzano e pensano di farne una succursale per perseguire i propri interessi utilizzandola come un bancomat.

A questi personaggi noi non daremo mai sostegno. Sono loro, non un nuovo nome, i nemici dell’università e di questo territorio. Noi non saremo complici di chi danneggia la seconda impresa della Regione e costringe i nostri figli a vergognarsi di quel pezzo di carta che qui non è buono perché il lavoro non c’è ma vale tanto fuori dove non si chiacchiera ma si produce.

A noi non interessano le sterili polemiche sul nome, ancora meno interessano alle persone con cui lavoriamo ogni giorno, in ogni parte del mondo, che non comprenderebbero la mediocrità delle chiacchiere di campanile.

Ribadiamo quello che tutti dicono senza saperlo: l’ateneo Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara è il più grande patrimonio attivo di questo territorio, è la più potente spinta verso il futuro di tutti gli abruzzesi e non solo, è una ricchezza che ormai appartiene a tutti e che nessuno può scippare.

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