Discarica dei veleni: ricusato il giudice Spiniello, attivisti manifestano davanti alla Edison
La corte d'Appello dell'Aquila ha accettato il ricorso dei 19 imputati accusati di avvelenamento delle acque e disastro ambientale doloso, secondo cui il magistrato in un'intervista avrebbe rilasciato un commento poco imparziale e che lasciava presagire una sentenza di condanna
È stato ricusato Geremia Spiniello, presidente della Corte d’Assise di Chieti che si occupa del processo sulla mega discarica di Bussi sul Tirino (Pescara). Così, dopo due giorni di Camera di consiglio, ha deciso oggi (giovedì 10 aprile) la Corte d’Appello dell’Aquila, a cui si erano rivolti i legali rappresentanti della Montedison dopo un’intervista rilasciata dal giudice lo scorso febbraio al termine di un’udienza.
A telecamere e taccuini che lo attendevano fuori dall’aula di corte d’assise (ospitata nella sala consiliare del Comune di Chieti per i lavori di ristrutturazione del palazzo di giustizia), Spiniello aveva commentato: “Faremo giustizia per il territorio”. Parole sgradite agli imputati, che vi hanno ravvisato un esito scontato di condanna.
La Corte d’Appello ha dato ragione ai ricorrenti, secondo i quali quella frase non esprimeva imparzialità.
Alla sbarra, nel processo in corso a Chieti, ci sono 19 imputati, quasi tutti ex amministratori e vertici della multinazionale: sono imputati per avvelenamento delle acque e disastro ambientale doloso. Per l’accusa sono loro i responsabili della più grande discarica d’Europa e della contaminazione di acque arrivate nelle case di almeno 700mila abruzzesi.
E poche ore prima della decisione della corte d’appello, questa mattina, davanti alla sede della Edison, ex Montedison, a Dragonara hanno manifestato attivisti di Stop biocidio, vestiti con tuta bianca e mascherina. Davanti ai cancelli dell’azienda hanno consegnato un mucchio di terra, simbolo dell’avvelenamento di Bussi e della Val Pescara.