rotate-mobile
Cronaca Vasto

Assistenza al bimbo autistico di Vasto, la replica: "Nel centro scelto dalla Asl non si fa la terapia necessaria"

L'associazione Autismo Abruzzo onlus si schiera accanto alla mamma del piccolo di 3 anni nel botta e risposta con la Asl

Continua il botta e risposta fra l'associazione Autismo Abruzzo onlus e la Asl Lanciano Vasto Chieti sul caso del bimbo vastese di 3 anni affetto da autismo. La madre, nei giorni scorsi, ha annunciato di essere pronta a iniziare lo sciopero della fame, nel caso in cui l'azienda sanitaria non trovi un posto al piccolo per fare le terapie nella sua città. 

Ieri, la Asl, in una nota, aveva precisato che il piccolo era stato preso in carico da Il Cireneo onlus di Vasto con cui, secondo i responsabili della struttura, i genitori non hanno mai preso contatto. Ma ora l'associazione Autismo Abruzzo accusa la Asl di "leggerezza" nell'affrontare la malattia. 

"Il bambino - si spiega in una nota - ha una prescrizione per il setting ​'ambulatoriale autismo' con 4 sedute settimanali da 90 minuti, disponibile solo al Paolo VI di Pescara. Questa è stata la motivazione per la quale per troppo tempo il piccolo e la madre sono stati costretti a viaggiare da Vasto fino a Pescara e che ha spinto a presentare un ricorso al giudice del tribunale competente. Il giudice Anna Rosa Capuozzo ha richiamato ​il principio di libera scelta da parte dell’utente, ​oltre a quello della ​disponibilità dei servizi riabilitativi nei pressi del luogo di vita del bambino". ​

Dopo l'ordinanza del giudice, spiega l'associazione, "il dottor Danilo Montinaro, senza alcuna preventiva valutazione con la famiglia, ha investito per la presa in carico la struttura Fondazione Il Cireneo con sedi operative a Vasto e Lanciano, ma ​prive del setting prescritto dalla stessa Asl. In pratica, la stessa Asl ha tentato di imporre un intervento non coincidente con la propria prescrizione emessa dal distretto di Vasto, documento fondamentale in sede di giudizio da parte del tribunale​". 

Una modalità simile a quella di un altro bambino, che vive a Miglianico, assegnato per le terapie al centro di Lanciano, "violando ancora una volta - denuncia l'associazione - quanto stabilito dal giudice nella specifica ordinanza e per un setting non esattamente in linea con quanto stabilito dalla Uvm territoriale (terapie ABA)".

Nel caso del bimbo vastese, la fondazione Il Cireneo ha inviato una nota alla famiglia, spiegando di "non poter assicurare il setting prescritto (ambulatoriale autismo da 90 minuti) e che la presa in carico sarebbe stata effettuata con un “​setting assimilabile​” all’interno della capacità ricettiva residua di uno dei centri diurni autorizzati/accreditati nel comune di Vasto, limitando a 90 minuti il tempo di riabilitazione del bambino". Una comunicazione simile a quella ricevuta dall'altro bimbo, "nella quale si specifica che per l’unico posto disponibile per il setting riabilitativo 'centro diurno semi-residenziale' erano già in corso le procedure di ingresso per utenti in lista di attesa".

"L'ordinanza del giudice - prosegue l'associazione - impone alla Asl di competenza di assicurare il servizio sulla base delle prescrizioni emesse dai suoi stessi organi territoriali, utilizzando risorse aggiuntive e senza violare liste di attesa di altri utenti. Il ricorso al giudice non è una modalità per 'saltare la fila', ma una procedura che tutela il diritto degli utenti e costringe le istituzioni ad allineare il numero degli utenti con le disponibilità dei posti. Queste le fondate motivazioni che hanno spinto le due famiglie a non accogliere la proposta non condivisa con loro dalla Asl. L’esistenza di strutture riabilitative qualificate e autorizzate per “setting assimilabili” come quelle del ​San Stefar fanno ritenere alle famiglie interessate e alla nostra associazione la soluzione più idonea e nel rispetto della normativa".

"A Marie Hélène - aggiunge la nota - e a tutte le madri determinate che hanno scelto di combattere per il diritto dei propri figli, va tutta la nostra solidarietà e sostegno. Combattono per i loro figli ma anche per tutti coloro che non trovano la forza per emergere e vivono da troppo tempo nelle liste di attesa”.

L'associazione, dunque, chiede un incontro tecnico, affinché Regione Abruzzo e Asl possano finalmente completare la rete dei servizi territoriali e rendere disponibili tutti i setting previsti dalla normativa su tutto il territorio regionale.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Assistenza al bimbo autistico di Vasto, la replica: "Nel centro scelto dalla Asl non si fa la terapia necessaria"

ChietiToday è in caricamento