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Cronaca Orsogna

Attivate le Usca per i casi meno gravi di Covid, Intesa sindacale: "Allontanare le sedi dagli ambulatori medici"

In una lettera alla Regione si chiede di evitare, come accade a Orsogna, la vicinanza con la Continuità Assistenziale, per tutelare sanitari e pazienti

Dopo l'attivazione delle prime tre Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), a Orsogna, San Vito Chietino e Vasto, la sezione abruzzese dell'Intesa Sindacale, tramite il delegato regionale Walter Palumbo, chiede chiarezza sulla collocazione delle sedi. 

In particolare, si invoca la massima sicurezza di tutti gli utenti e dei medici, in una lettera inviata al presidente della Regione Marco Marsilio e, per conoscenza, al ministro della Salute Roberto Speranza, al direttore del dipartimento della Programmazione e dell'ordinamento del Servizio Sanitario Nazionale Andrea Urbani, al presidente della commissione di Vigilanza del consiglio regionale Pietro Smargiassi, al presidente della commissione Salute, Pari opportunità e Sociale Mario Quaglieri, all'assessore alla Sanità, Sociale e Pari Opportunità Nicoletta Verì, al direttore generale Giuseppe Bucciarelli e ai direttori delle aziende sanitarie. 

Secondo quanto denunciato da Intesa sindacale, alcune sedi delle Usca, come accade a Orsogna, sono ospitate in locali adiacenti alle sedi della Continuità Assistenziale, così da non garantire l'incolumità dei medici che svolgono quest’ultimo servizio e dei pazienti che dovessero accedervi per necessità non legate al Coronavirus.

"Si ritiene - si legge nella lettera - assolutamente indispensabile che non si vengano a determinare momenti di commistione operativa tra i medici delle Usca e i medici della Continuità Assistenziale, evitando che i locali di vestizione/svetizione, sanificazione e sosta dei primi non coincidano o siano contigui ai locali dove operano i secondi".

In più, Paumbo ricorda altre richieste avanzate nelle scorse settimane: "La precisazione sull’impegno massimo orario settimanale che ogni medico dovrebbe svolgere" e certezze sulla copertura assicurativa. 

Inoltre, Intesa sindacale chiede che Regione e aziende sanitarie confermino "l’avvenuta consegna a tutti i medici assegnati alle Unità Speciali di Continuità Assistenziale di tutti i dispositivi" di protezione.

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